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Alla questura di Palermo un Percorso della memoria nel nome di Boris Giuliano

Un percorso dedicato ai 10 caduti per mano mafiosa in servizio presso la Squadra Mobile di Palermo. È stato inaugurato questa mattina dal capo della polizia, Lamberto Giannini, in visita in questura il "Percorso della memoria" nei corridoi sotterranei del complesso di Santa Elisabetta, nel giorno dell'anniversario della morte di Boris Giuliano.

"È fondamentale - ha detto Giannini - rendere onore a queste persone e far conoscere agli altri esperienze e storie di servitori dello Stato che hanno fatto il massimo fino all'estremo sacrificio. Credo che con il loro esempio e il loro insegnamento vadano ricordati, perché così continuano il loro servizio nei confronti dei ragazzi e le nuove generazioni che capiscono cosa è stata e cosa è ora la lotta alla Mafia e quanto si possa andare avanti nel proprio dovere fino a perdere la vita".

Il percorso comprenderà la fedele ricostruzione della stanza di Giuliano, gli arredi, nonché copia di alcuni documenti a firma dello stesso capo della Squadra Mobile ucciso dalla mafia il 21 luglio del 1979 ed un sistema integrato “touch screen” che rimanderà testi e immagini in ricordo dei caduti della Mobile correlati da contributi audio. Presenti anche dei “Qr code” che permetteranno ai visitatori l’accesso a contributi  testuali e video attraverso l’utilizzo di dispositivi elettronici.

"Un'idea nata dalla squadra mobile in un luogo simbolo di Palermo. Il percorso ricorda dieci caduti della squadra mobile - ha aggiunto il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia -. Vogliamo continuare ad aprire la Questura alla città e alla società civile".

Dopo l’inaugurazione, il percorso viene adesso aperto alla cittadinanza e con l’inizio del prossimo anno scolastico, alle scolaresche per progetti didattici improntati alla legalità. I contributi audio-visivi verranno inseriti sul sito della Questura di Palermo.

"La squadra mobile di Palermo è un ufficio che ha una forza simbolica. La memoria di chi ha fatto un percorso in un'epoca in cui non tutto il paese era conscio del pericoloso mafioso è doverosa - ha ricordato Francesco Messina, direttore centrale dell'Anticrimine -. Dobbiamo ricordare i pionieri, gli eroici colleghi, che ci hanno consentito di arrivare ai risultati raggiunti".

video di Marcella Chirchio

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