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Palermo, sequestrati a commerciante cinese 24 mila tra prodotti contraffatti e non sicuri

Trovati anche 65.000 accessori ai tabacchi da fumo pronti per la vendita senza le autorizzazioni

Sequestrati dalla guardia di finanza a Palermo oltre 24.000 prodotti, alcuni dei quali ritenuti presumibilmente contraffatti, ed altri non sicuri, e 65.000 prodotti accessori ai tabacchi da fumo.
Il controllo che ha portato al sequestro è stato effettuato in un esercizio commerciale a Palermo, esteso successivamente anche in un magazzino nella disponibilità del titolare.

Accertata la presenza di oltre 23.000 prodotti (articoli per la casa, mascherine FFP2, elettrodomestici, giocattoli) che sarebbero stati commercializzati in violazione del codice del consumo e della sicurezza prodotti, nonché di più di 150 prodotti presumibilmente contraffatti (quali indumenti con personaggi della Disney e della Marvel) e di oltre 300 cosmetici messi in commercio in maniera difforme da quanto previsto dalla normativa di settore e senza riportare le informazioni minime necessarie per il consumatore relative all’utilizzo e alla scadenza del prodotto.

I militari hanno trovato inoltre, 65.000 prodotti accessori ai tabacchi da fumo (quali cartine e filtrini), verosimilmente detenuti per la vendita senza la prescritta autorizzazione ed in evasione della relativa imposta di consumo. I finanzieri hanno pertanto segnalato alla Procura il titolare dell’esercizio commerciale, di origine cinese, per la presunta violazione degli articoli 474 (introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi) e 648 (ricettazione) del Codice Penale, nonché di una norma sulla sicurezza dei prodotti cosmetici.
Al contempo, i militari hanno elevato sanzioni amministrative per oltre 9.000 euro ed hanno segnalato la presunta infrazione alla Camera di Commercio di Palermo-Enna, territorialmente competente per la definizione del procedimento.

Infine, riguardo alla commercializzazione dei prodotti accessori dei tabacchi da fumo senza autorizzazione ed in evasione di imposta, sono state elevate sanzioni per oltre 3.000 euro e, successivamente, è stata inoltrata segnalazione all’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli quale organo competente del procedimento amministrativo nello specifico settore.

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