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La comunità ucraina di Palermo: "Questa guerra è un brutto sogno, preghiamo per i nostri cari"

Mentre a Kiev continuano le esplosioni e i combattimenti, a Palermo la comunità ucraina scende in piazza per gridare “no alla guerra”. Nella capitale, Natalia, Galya e Marina hanno lasciato le loro famiglie e i loro amici. Da quando è scoppiato il conflitto il pensiero dei cari in pericolo le tiene preoccupate di giorno e sveglie la notte. “A Kiev vivono i miei figli – spiega Marina Fomenko – mia mamma, mio fratello. E' una cosa terribile. Non dormo da tre giorni, non riesco a prendere sonno sapendoli svegli sottoterra”.

Marina è arrivata a Palermo qualche giorno fa, quattro anni fa era venuta a trovare un'amica e si è innamorata di un siciliano. “Ho trovato qua un amore e devo sposarmi tra pochi giorni – Marina in questi giorni ha pregato tanto per la pace nel mondo - Tutti i popoli: italiani, ucraini o russi siamo figli di Dio. Dobbiamo cercare la pace”.

Natalia Gryniuk vive a Palermo da dieci anni. E' una curatrice d'arte e lavora con diversi artisti internazionali. “Questi giorni sono molto dolorosi per me e per la mia nazione – spiega – Tutti i miei parenti sono lì, i miei amici sono lì, a Kiev. Ogni giorno devono nascondersi nei rifugi antibomba e anti-aereo”. Natalia chiede il cessare del fuoco. “Non è accettabile che nel 2022 assistiamo a una cosa del genere - afferma - E' surreale. Un bruttissimo sogno dal quale mi voglio svegliare subito”.

Galya Shcherbak invece vive a Palermo da otto anni, qui insieme ad un palermitano ha messo su famiglia. Ma il suo pensiero per ora va al suo paese: “Tutti abbiamo parenti lì e ci preoccupiamo per i nostri cari – spiega ai microfoni di Gds.it – al sicuro lì non c'è nessuno”. Ha parlato di recente con la cugina che vive a Kiev, e nonostante la paura le ha detto di non volere mollare il paese. “L'Ucraina non è la Russia. Noi non vogliamo la guerra con nessuno”.

Nel video le interviste a: Natalia Gryniuk, Galya Shcherbak e Marina Fomenko

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