In una settimana è raddoppiata l'incidenza dei nuovi casi di coronavirus. Vincenzo Provenzano, direttore dell'unità operativa Medicina e diabetologia e direttore medico del Covid Hospital di Partinico, territorio particolarmente colpito da questa nuova ondata di contagi, lancia il grido di allarme. "Bisogna praticare un lockdown di 15-20 giorni, invogliando la popolazione alla vaccinazione e contemporaneamente fare formazione ai medici sull’uso degli antivirali e degli anticorpi monoclonali che possono salvare la vita a pazienti ad alto rischio. Gli ospedali, con una ricerca continua di posti letto, non possono essere l’unica risposta".
Una escalation che sta preoccupando i sanitari: "È vero che la variante Omicron è meno aggressiva ma lo è soltanto per chi ha già fatto la terza dose, qua i ricoverati sono per l'80% non vaccinati e molti di loro rischiano la vita". “Ma il rischio – aggiunge Provenzano – è anche per chi ha fatto la seconda dose di vaccino 4 o 5 mesi fa: il loro livello immunitario è calato paurosamente”. Una emergenza reale alla quale si aggiunge una escalation di richieste di posti letto che “affrontiamo anche con le tende da campo ma questa è una risposta estemporanea a un problema di lunga durata”. "La situazione a Partinico è allarmante. I contagi continuano ad aumentare e l'ospedale, che riceve anche pazienti da altri comuni, è in sofferenza, con il personale sanitario stremato", dichiara la coordinatrice cittadina della Dc nuova Adriana Canestrari che ieri ha chiesto ai Commissari di Partinico un quadro completo e dettagliato dei dati pandemici del comune, in maniera tale da renderli pubblici. "Siamo preoccupati anche per il mondo della scuola. La Regione ha deciso di spostare a giovedì prossimo, al momento, l'inizio delle lezioni, ma la situazione resta grave. Chiediamo pubblicamente, quindi, un incontro con i Commissari di Partinico e con i dirigenti scolastici delle scuole del comune e del comprensorio, per proporre la programmazione e la pianificazione di ulteriori misure più idonee al contenimento dell’epidemia".
Giornata molto intensa anche nell’area di emergenza dell’ospedale Cervello di Palermo, che con il presidio di Partinico e con l’area di emergenza del Civico di Palermo, si stanno rivelando gli ospedali più sotto pressione nella Sicilia occidentale. «Tantissimi codici rossi, con gravi insufficienze respiratorie - dice il direttore dell’area di emergenza del Cervello Tiziana Maniscalchi -. L’impegno sul fronte dei pazienti gravi rallenta il nostro lavoro su quelli meno gravi. Abbiamo lavorato tutta la giornata senza sosta raddoppiando i turni e costretti ovviamente a giornate interminabili». Tuttavia pare che gli accessi in area di emergenza siano in lieve calo: finora sono stati oltre 40, ieri 50 e l’altro ieri 68. «Stiamo notando una leggerissima flessione - spiega Maniscalchi - ma è troppo presto per ritenere che il virus sia in fase di contenimento. Certo il forte aumento dei contagi ci continua a preoccupare, così come la prossima riapertura delle scuole che inevitabilmente comportando assembramenti potrebbe determinare ulteriori contagi. Servono quindici giorni di stop, per frenare il galoppo dei contagi da Omicron», conclude Maniscalchi.
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