Una coppia di insospettabili per nascondere un bel carico di droga. E dove sarebbero potuti stare più al sicuro quei tre chili e mezzo di cocaina, se non in quella modesta abitazione familiare di Villagrazia dove vivono marito e moglie incensurati? Ma l’organizzazione criminale che per gli investigatori della guardia di finanza sta certamente dietro al bottino ora sequestrato, non ha calcolato la variante decisiva in questo quadretto: la denuncia di normali cittadini in un quartiere tradizionalmente dominato da silenzi e paura.
E invece proprio quelle telefonate, seppur anonime, acquistano in questo caso un peso specifico determinante per assestare un colpo al business degli stupefacenti e mandare agli arresti Antonino Pilo e Vincenza Bonanno, di 31 e 32 anni. La polvere bianca recuperata sarebbe stata affidata ai pusher e venduta sul mercato per circa 180 mila euro. Mica bruscolini. Un giro di soldi troppo «grosso» per essere gestito direttamente dalla coppia di sconosciuti: lei disoccupata, lui se la cava facendo piccoli lavoretti di manutenzione. L’uomo è stato portato in carcere a Pagliarelli, la donna ai domiciliari.
I militari del Gico, guidati dal tenente colonnello Fabrizio Buonadonna, hanno ascoltato attentamente le segnalazioni ricevute che parlavano di movimenti costanti di spacciatori dalla palazzina. Sono stati predisposti i servizi di osservazione per due giorni, poi i finanzieri hanno deciso di entrare in azione.
La droga, divisa in pacchetti sigillati, era nascosta in una botola sul tetto, non c’erano altri rifornimenti sparsi nell’appartamento. Il quantitativo trovato è ingente. La droga è al momento il primo canale di sostentamento finanziario per le famiglie mafiose e la cocaina, ribadiscono gli investigatori, arriva in città a fiumi.
Le diverse indagini lo hanno ormai accertato da tempo. Costa di più, non è per tutte le tasche e soprattutto ha un «marchio» di origine controllato: i maggiori rifornitori sul territorio nazionale sono i boss della ‘ndrangheta e dalla Calabria alla Sicilia il viaggio è breve. Diversa la strada che devono percorrere invece i carichi di droghe leggere. L’hashish è tradizionalmente importato dalla Campania, mentre la marijuana spesso si riesce a produrre a chilometro zero, con serre in casa o piantagioni nei terreni della provincia. Lo spinello è lo stupefacente più popolare, come il suo prezzo: dai 5 agli 8 euro al grammo. Alimenta l’economia parallela di alcune piazze di spaccio tradizionali, da Ballarò ai padiglioni dello Zen 2.
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