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Caos al pronto soccorso di Villa Sofia a Palermo, il primario: "Ma l'attività non si è mai fermata"

“Sono 17 ore che aspetto, se chiudo gli occhi mi addormento in piedi”. Ieri sera Giovanni ha accompagnato la compagna al pronto soccorso di Villa Sofia, a Palermo, per una brutta infiammazione alla colecisti, la mattina dopo i due sono ancora in sala d'attesa. “Si sa - commenta un infermiere – se viene assegnato un codice verde conviene starsene a casa, i tempi di attesa sono lunghissimi”.

“Io un giorno ho aspettato 24 ore – racconta un uomo appena dimesso dall'ospedale – mi ha fatto entrare il portiere, credo di avergli fatto pena”. Nel frattempo un familire si avvicina all'ingresso per richiedere informazioni: “Ieri hanno ricoverato mia mamma e non ho più notizie”.

Al consueto sovraffollamento domenicale di un pronto soccorso che si ritrova a gestire più di 40mila accessi l'anno con un organico di solo 14 medici; nel tardo pomeriggio di ieri, ad incrementare il tempo di attesa dei pazienti, un caso di positività al covid-19. “Il paziente è entrato direttamente in shock room (la sala rossa, ndr) perché – spiega il primario del pronto soccorso, Aurelio Puleo - necessitava di una sutura urgente. Aveva una vasta ferita lacero-contusa in sede frontale. Mentre lo suturavamo è arrivato il riscontro della positività”.

Il paziente è stato quindi trasferito nell'area grigia e da lì poi ha raggiunto l'ospedale Cervello. Nell'espletamento delle procedure di sanificazione della durata di circa due ore, il caso ha però ulteriormente imbottigliato l'ingresso al Pronto Soccorso del presidio ospedaliero. “È necessario sanificare i locali nei quali il paziente positivo è transitato – spiega Puleo - il che comporta limitare gli accessi per qualche ora”.

Cinque le ambulanze del 118 rimaste nel parcheggio antistante l'area di emergenza in attesa di trasferire i pazienti in altri presidi. “Questa situazione si è innestata la domenica pomeriggio - spiega il primario - un momento critico per tutti i Pronto Soccorsi. A fine pomeriggio eravamo già in una situazione di congestione e questo evento ha ulteriormente aggravato la situazione”.

“L'emergenza– sottolinea ancora il primario – è sempre stata accolta, anche durante il momento di sanificazione”. Almeno quattro gli accessi autorizzati nell'area rossa nonostante l'apparente chiusura dei locali. “Rimaniamo sempre operativi h 24 - continua Puleo - Nel caso in cui dovessero arrivare situazioni non trasferibili o inderogabili abbiamo comunque un percorso posteriore tramite cui fare accedere i pazienti e riceverli nelle aree non interessate dalla sanificazione”.

A complicare la gestione dei Pronto Soccorso, la carenza di personale medico. “È estremamente difficile reclutare personale – afferma Puleo - soprattutto medico. C'è una vera e propria crisi di vocazioni che manda deserte persino le borse di studio per gli accessi alla scuola di specializzazione di medicina d'urgenza". A questo si aggiunge turn over dettato dall'età e dai pensionamenti: "Veniamo da un anno di quota cento in cui il personale è stato ampiamente decimato - sospira il primario del Pronto Soccorso - Andiamo avanti con le risorse che abbiamo”.

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