«Ditemi voi quanto è un serio un processo dove verrà da Hollywood a testimoniare sulla mia cattiveria Richard Gere. Spero che duri il meno possibile perché ci sono cose più importanti di cui occuparsi». Lo ha detto Matteo Salvini, a Palermo, al termine dell’udienza del processo sul caso Open Arms che lo vede imputato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per avere vietato, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave spagnola.
«Mi spiace solo per due cose: per il tempo che tolgo ai miei figli - ha aggiunto - e per i soldi che gli italiani spendono per questo processo politico organizzato dalla sinistra in un anno in cui gli sbarchi raddoppiano nonostante il Covid. Difendere i confini, la sicurezza l’onore di un Paese è un dovere, andare a processo perché ho fatto il mio dovere è surreale».
Rispondendo a una domanda dei media spagnoli presenti davanti al carcere Pagliarelli, Salvini ha detto di non avere parlato con Oscar Camps. «Non prendo lezioni - ha aggiunto - da comandanti di navi che si sentono al di sopra delle leggi. Ci sono sicuramente dei motivi economici, in Italia ci sono diverse inchieste sui soldi che le Ong guadagnano con questa loro attività. Non vorrei che al di là dell’umanità ci fosse dietro un interesse economico in questo traffico di essere umani perché alcune sentenze in Italia, seppure in primo grado, hanno già condannato qualcuno per avere rubato grazie all’immigrazione clandestina».
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