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Mafia e estorsioni a Palermo, i boss di Ciaculli portavano via anche le macchinette per il caffè

Una lunga lista di estorsioni. Cinquanta quelle contestate agli arrestati nel blitz di ieri nel mandamento di Ciaculli-Brancaccio, ma secondo il capo delle squadra mobile di Palermo Rodolfo Ruperti sono molte di più.

Supermercati, autodemolitori, macellerie, bar, discoteche, farmacie, panifici, imprese di costruzione, rivendite di auto sono alcune delle attività vittime del racket scoperte nel corso dell'indagine che ha portato al fermo di 16 persone.

In alcuni casi, i commercianti si sono preoccupati di non figurare nel "libro mastro" delle estorsioni o di offrire all'estortore un escamotage per eludere eventuali controlli di polizia. Il territorio era sotto lo stretto controllo dei boss.

"Facevano un pattugliamento del territorio - commenta Ruperti -, puntavano sulle estorsioni cercando di non essere brutali, soprattutto durante il lockdown. In una circostanza non potendo ricavare nulla da un commerciante in crisi portarono via una macchinetta per il caffè. L'abbiamo trovata a casa di uno degli arrestati e dentro era nascosta una pistola con il colpo in canna".

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