L'emergenza sepolture a Palermo è un affare su cui la mafia del "mandamento" di Ciaculli, in grave emergenza economica, avrebbe voluto mettere le mani per fare soldi. Emerge dall'indagine che ha portato a 16 fermi.
Era stato il boss Giuseppe Greco, finito in manette nella notte nell'operazione "Stirpe", ritenuto il nuovo capomafia di Ciaculli dopo l'arresto del nipote Leandro, a chiedere a Filippo Bisconti, ex capomafia di Belmonte Mezzagno, oggi collaboratore di giustizia, di realizzare un cimitero privato.
"Ha sempre gestito le terre di famiglia - ha raccontato Filippo Bisconti - a un certo punto ebbe un tracollo finanziario, non so perché. Mi propose di realizzare un cimitero privato per Palermo, facemmo alcuni incontri per discutere dell'affare". Progetti che al momento sembra siano rimasti tali.
La famiglia Greco al comando
Il blitz di oggi dimostra come il comando del mandamento di Ciaculli sia rimasto nelle mani della storica famiglia dei Greco. In particolare a tenere le redini era Giuseppe Greco, 63 anni, cugino di Leandro Greco il giovanissimo referente della commissione provinciale di cosa nostra, arrestato due anni fa.
Giuseppe, in sostanza, negli ultimi mesi ha occupato il posto lasciato libero dal cugino, occupandosi soprattutto di tenere i rapporti con le famiglie mafiose di Brancaccio, Roccella e Corso dei Mille. Il presupposto per assicurare nel tempo ai due l'egemonia sugli altri clan assorbiti sotto l'influenza del mandamento mafioso di Ciaculli è stato assicurato dal rapporto di parentela con il noto boss mafioso Michele Greco detto "il papa". Leandro ne è infatti nipote in linea diretta mentre Giuseppe è figlio di Salvatore Greco, detto "Il senatore", fratello di Michele.
L'anziano boss
Le indagini hanno accertato anche il ruolo di Ignazio Ingrassia detto "il boiacane". L'anziano mafioso ha fornito il suo apporto al vertice del mandamento nella gestione degli affari. Il duumvirato Greco Ingrassia si è infatti occupato di gestire le dinamiche legate al sostentamento economico delle famiglie dei carcerati cercando le risorse grazie ad una vasta e complicata rete di attività illecite. Il vertice imponeva un vero e proprio controllo capillare del territorio intervenendo nella compravendita di terreni e immobili e gestendo il mercato della droga.
La sensaleria caratterizza storicamente il modus operandi delle cosche e costituisce un caratteristico strumento di imposizione della loro egemonia sul territorio. Le indagini hanno accertato che la forza intimidatrice degli uomini d'onore di Ciaculli era in grado di raggiungere dimensioni ancora più invasive rispetto alla mera richiesta del pagamento di una tangente sulla compravendita di immobili e terreni. Greco, con alcuni complici, ha infatti in un'occasione imposto la vendita di un immobile in favore di un uomo d'onore obbligando il legittimo promesso acquirente a rinunciare all'affare.
La droga
Il vertice del mandamento si è inoltre occupato dell'amministrazione del circuito dell'approvvigionamento e smercio di sostanze stupefacenti, costringendo alcuni soggetti a versare somme di denaro da destinare alla cassa del mandamento mafioso. Greco è riuscito inoltre ad intessere un delicato rapporto di coordinamento tra i mandamenti palermitani per acquistare all'ingrosso stupefacenti dalla 'ndrangheta calabrese che, come è noto, è il più grande importatore in Italia di cocaina.
Le indagini hanno consentito di documentare che il canale di comunicazione con gli esponenti calabresi era tenuto da Ingrassia, influente e anziano esponente del mandamento di Ciaculli, che ha dato prova anche in altre circostanze di possedere un ramificato e ampio circuito relazionale con esponenti di diverse altre organizzazioni criminali.
I rapporti coi boss d'America
I boss del mandamento di Ciaculli, finiti oggi in cella, avevano, inoltre, costanti rapporti con cosa nostra americana.
Un elemento di assoluto rilievo in tal senso è stato acquisito dagli inquirenti in occasione dell'omicidio del mafioso newyorkese Frank Calì, esponente della famiglia Gambino di New York, comunicata tempestivamente all'anziano consigliere del boss Giuseppe Greco, Ignazio Ingrassia.
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