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Borgetto, la moglie gestisce una lavanderia abusiva e lui percepisce il reddito di emergenza

Una lavanderia totalmente abusiva è stata scoperta, dai finanzieri della Compagnia di Partinico, a Borgetto. Era priva di titoli autorizzativi rilasciati dal competente Sportello Unico Attività Produttive e non aveva partita Iva, risultando così sconosciuta al fisco. Inoltre, non aveva autorizzazione amministrativa.

Dai primi accertamenti nel locale, erano emersi consumi anomali di energia elettrica ed è stato richiesto dai finanzieri all’Autorità Giudiziaria competente l’emissione di un decreto di perquisizione. Da lì è stata scoperta la lavanderia artigianale, gestita da due sorelle, allestita in modo precario e in totale assenza di qualsiasi autorizzazione amministrativa.

Da altri accertamenti è emerso che mancava l'autorizzazione unica ambientale, la denuncia annuale delle acque reflue industriali, la relazione tecnica dell’impianto di depurazione e autorizzazione allo scarico in fognatura.

I finanzieri hanno sequestrato il locale e le attrezzature trovate al suo interno e denunciato le titolari alla Procura della Repubblica di Palermo. Sono state segnalate all'Autorità Giudiziaria anche le gravi violazioni riscontrate in materia di sicurezza sul lavoro previste dal Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro e integranti un rischio effettivo sia per i lavoratori addetti che per i clienti, soprattutto in questa fase di emergenza epidemiologica da Covid-19 in cui i processi di sanificazione risultano fondamentali per il contenimento della pandemia.

Nei confronti delle due sorelle si procederà, inoltre, alla contestazione delle relative sanzioni amministrative per importi che vanno da un minimo di 250 euro ad un massimo di 5000 euro per violazione delle norme specifiche relative all’esercizio abusivo dell’attività di tinto-lavanderia nonché alla contestazione delle relative sanzioni amministrative in materia tributaria per mancata installazione del registratore di cassa e mancata tenuta delle scritture contabili obbligatorie.

Da successivi approfondimenti investigativi è stato scoperto che il marito di una delle due titolari aveva richiesto e beneficiato del reddito di emergenza. L'uomo non aveva comunicato la posizione lavorativa svolta dalla moglie, la quale – seppure esercitata in forma abusiva – costituisce una fonte reddituale per il nucleo familiare. Il percettore è stato denunciato ed è stata data comunicazione all’Inps per la revoca del beneficio e il recupero degli importi finora erogati, ammontanti ad Euro 1.120 euro.

 

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