Sei donne, sei carnefici. Tutte sono state arrestate questa mattina dalla guardia di finanza di Palermo. Gestivano la casa di riposo "Aurora" di Palermo, un inferno per gli anziani, come è stato documentato dalle telecamere, venivano sottoposti a vessazioni e soprusi. Gli anziani vivevano in un clima di terrore con maltrattamenti e violenze inaudite, picchiati con calci, schiaffi, colpi di scopa,aperfino legati alle sedie per impedire loro di muoversi. Un campionario di crudeltà documentato in due mesi dalle immagini delle telecamere piazzate di nascosto dai militari della Guardia di Finanza nell'ospizio lager.
Nel video le sei donne dopo l'arresto da parte della guardia di finanza. Sono Maria Cristina Catalano, 57 anni, amministratrice di fatto dalla casa di riposo, Vincenza Bruno, 35 anni che coadiuvava l'amministratrice, e le dipendenti Anna Monti di 53 anni, Valeria La Barbera di 28, Rosaria Florio di 42 e Antonina Di Liberto di 55. Per loro l'accusa è maltrattamenti ai danni di anziani, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio. Antonina Di Liberto è stata anche denunciata per truffa insieme al compagno, che percepisce il reddito di cittadinanza con false dichiarazioni.
Il gip ha disposto anche il sequestro preventivo della società che gestisce la casa di riposo, al centro di un complesso giro di fallimenti pilotati per un passivo di circa un milione di euro.
Per quanto riguarda i reati fallimentari, è stata dimostrata la continuità aziendale di tre società che, a partire dal 1992, avrebbero gestito ininterrottamente la casa di riposo. Secondo quanto hanno accertato gli investigatori, Catalano, indicata come la mente del disegno criminale, poteva contare su alcune 'teste di legno' che sarebbero stati formali amministratori e su soggetti compiacenti, tra cui un impiegato comunale, tutti indagati. La gestione della struttura è stata affidata a un amministratore giudiziario.
Ma sono i maltrattamenti agli anziani ad offrire lo spaccato più deprimente. Gli investigatori stanno svolgendo ulteriori accertamenti sul decesso di un'anziana, che era la suocera del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, morta il 15 marzo scorso; un'altra degente avrebbe invece tentato il suicidio lanciandosi dal balcone pur di sfuggire alle sevizie dei suoi aguzzini.
Le intercettazioni confermano la brutalità dei trattamenti nella casa di riposo: "Se tu ti muovi di qua ti rompo una gamba, cosi la smetti; devi stare zitta, muta; devi morire, buttare veleno...". Oltre alle violenze fisiche i degenti venivano anche insultati e sottoposti a continue mortificazioni psicologiche: "Sei una schifosa, devi dire che fai schifo" viene detto a una anziana che si lamenta.
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