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Uccisa da una chemio sbagliata, a Palermo una fiaccolata per Valeria Lembo

Una fiaccolata per chiedere giustizia per l'omicidio colposo di Valeria Lembo, la donna di 34 anni che nel 2011 morì all'Oncologia medica del Policlinico di Palermo per una dose eccessiva di chemioterapia. A distanza di 8 anni, per via di rallentamenti e rinvii, oggi il processo rischia di andare in prescrizione.

Dopo l'ultimo rinvio (a ottobre 2019), la prossima udienza è stata fissata al 27 gennaio del 2020. L'ombra della prescrizione incombe e il timore dei familiari della donna è che con altri ritardi il processo possa andare prescritto.

A Valeria Lembo, giovane mamma di 34 anni, colpita da un tumore alla spalla, proprio nell'ultimo ciclo di chemioterapia fu iniettata una dose dieci volte superiore a quella necessaria a causa di un errore di prescrizione. Dopo due sentenze di condanna di primo e secondo grado, i giudici della Suprema Corte nel marzo scorso hanno annullato con rinvio ad altra sezione della corte d'appello la sentenza a carico dell’allora primario del reparto di Oncologia del Policlinico, Sergio Palmeri, e quella della infermiera Clotilde Guarnaccia. Confermata la sentenza, ma solo per la responsabilità del fatto, per i medici Laura Di Noto e Alberto Bongiovanni. Per questi ultimi, in appello si discuterà solo la determinazione della pena.

"Otto anni fa Valeria si sottoponeva all'ultima seduta dell'ultimo ciclo di chemioterapia. Quel maledetto 7 dicembre 2011 mia figlia accusa un malore nel tragitto verso casa. Ora la nostra preoccupazione è che il processo vada in prescrizione. Noi non possiamo permetterlo. Mia figlia deve avere giustizia. Chi sbaglia deve pagare. La legge deve essere uguale per tutti", dichiara Rosa Maria D'Amico, la mamma di Valeria, intervistata nel video.

"Non dimenticherò mai Valeria. Non ci sono parole per spiegare. Lei vivrà in eterno", dice con la voce interrotta dall'emozione Tiziano Fiordilino, il marito di Valeria.

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