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Convegno sull'assistenza domiciliare, esperti a confronto a Palermo

Si è tenuto a palazzo dei Normanni di Palermo il convegno dal titolo “Ricerca, modelli e cura. Le proposte di OSA per il futuro dell’assistenza domiciliare integrata”.

Un appuntamento promosso dalla Cooperativa OSA, in collaborazione con la Fondazione Ebri - Istituto Rita Levi Montalcini (European Brain Research Institute).

Per tutta la giornata, esperti e personalità di spicco del mondo sanitario si sono confrontati sulle tematiche e sugli sviluppi futuri che riguardano l'assistenza domiciliare integrata, settore in cui la Cooperativa OSA rappresenta da 35 anni il principale player della sanità italiana.

“Abbiamo spinto il sistema a cambiare totalmente pelle: non più gare d’appalto ma accreditamento – ha detto il presidente Osa, Giuseppe Milanese -. Una garanzia per i cittadini che finalmente potranno scegliere tra i vari soggetti accreditati e non subire passivamente la realtà che ha vinto la gara di appalto in quella zona. L’Italia è uno degli ultimi paesi in Europa sul fronte dell’assistenza domiciliare integrata, ma la Sicilia si è mossa molto in questo settore grazie alle gare d’appalto, che oggi però vogliamo superare. Tutte le province siciliane offrono realtà che operano nel settore, ma vorremmo più erogatori: immaginiamo un sistema aperto in Sicilia. In questo modo si potrebbero tranquillamente attraversare tante fasi delle malattie a casa: questo comporterebbe vantaggi non solo per gli utenti, ma anche per il sistema perché si spenderebbe di meno”.

In Sicilia i pazienti affetti da demenza senile, e in particolare dal morbo di Alzheimer sono moltissimi.

“Secondo alcune ricerche da noi effettuate – ha detto Amalia Allocca, della direzione programmazione Osa – solo a Palermo sono 19 mila le famiglie con almeno un parente colpito dalla malattia. Su un milione e 350mila persone in Italia, secondo i dati del 2018, circa il 50 per cento di queste sono affette da demenza senile e di queste il 20 per cento dal morbo di Alzheimer. In Sicilia non esiste un centro davvero strutturato. Il nostro obiettivo è quello di rilevare un vecchio borgo o una struttura e trasformarli in un Villaggio dell’Alzheimer. Questo tipo di struttura, nata in Olanda, esiste già in Italia a Monza e a Roma: qui i pazienti possono circolare liberamente, godere di un buon livello assistenziale medico e socio sanitario a di tutti quei servizi quotidiani che vanno dalla farmacia al supermercato, fino alla bottega artigianale”.

Presente anche l'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, che ha detto: "La Regione da molti mesi sta provando a fare un salto di qualità su questo aspetto per superare il modello di assistenza domiciliare integrata. Ma per farlo bisogna vincere due sfide, una di organizzazione e una culturale. Bisogna comprendere che a fronte della crescita della popolazione con riferimento all'età e alla cronicizzazione delle patologie, la risposta più efficiente non è l'ospedale, ma l'assistenza domiciliare integrata di qualità".

Tra gli interventi, anche quello di Pietro Calissano, presidente della Fondazione Ebri, istituto di ricerca scientifica fondato da Rita Levi Montallcini, che lo scorso 25 novembre ha scoperto l'Anticorpo A13, una molecola in grado di rallentare lo sviluppo dell'Alzheimer.

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