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Eritreo scagionato, la sorella: "Ho sempre creduto nella sua innocenza"

Per tre anni è stato scambiato per uno dei principali organizzatori del traffico di migranti dalla Libia.

Ma solo ora la corte d'assise di Palermo ha riconosciuto che c'è stato un errore di persona.

L'uomo estradato nel 2016 dal Sudan non era, come sostenevano le polizie di cinque Paesi, Medhanie Yedhego Mered conosciuto e ricercato come il "generale", ma Medhanie Tesfamariam Berhe che è un profugo eritreo di 32 anni che di mestiere faceva il falegname. Arrestato, si è fatto tre anni di prigione: oggi i giudici ne hanno disposto la scarcerazione.

L'uomo ieri ha trascorso la notte nel centro di permanenza per rimpatri di Pian del Lago, a Caltanissetta. Ieri sera dopo l'assoluzione dall'accusa di essere uno dei più pericolosi trafficanti eritrei l'uomo rimasto in carcere per tre anni e due mesi invece di essere scarcerato, come disposto dalla sentenza, è stato trasferito in manette a Caltanissetta. Su disposizione della questura di Palermo è stato applicato il decreto sicurezza.

"Considerato che dalle condotte tenute - è scritto nel provvedimento - è possibile desumere la pericolosità sociale del cittadino". Lunedì il tribunale di Caltanissetta deciderà se convalidare la richiesta di trattenimento al centro di Pian del Lago o se liberare l'eritreo in attesa del provvedimento sulla richiesta di asilo politico a Palermo.

In questo video le interviste alla sorella di Medhanie e all'avvocato Michele Calantropo.

 

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