Oggi sono esattamente 27 anni da quel tragico 23 maggio 1992, giorno in cui il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della loro scorta sono stati uccisi da cosa nostra nella strage di Capaci. Oggi è un giorno di memoria, ma anche di tensione. Perché alle cerimonie per ricordare il giudice Falcone non sono mancate le tensioni politiche tra parti diverse delle istituzioni.
Ma andiamo con ordine. Iniziamo dal ricordo: la memoria. Ed è iniziata così questa giornata: ricordando. La nave della legalità è sbarcata al porto di Palermo con 1500 ragazzi che, uniti, sono arrivati urlando i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e cantando "Noi la mafia non la vogliamo".
Ad attenderli, Maria Falcone, presidente dell'associazione Giovanni Falcone e sorella del giudice, e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
"Grazie a tutti i professori e i ragazzi che ricordano Giovanni e Paolo che sono l’Italia migliore", ha detto Maria Falcone accogliendo la nave della legalità. Sulle note della canzone di Fabrizio Moro, 'Pensa' gli studenti hanno liberato, in una splendida giornata di sole, palloncini tricolore.
E mentre la nave della legalità approdava al porto, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Interno Matteo Salvini, giunti in aereo in città, si sono prima recati sul luogo della strage di Capaci e visitato il Giardino della memoria prima di dirigersi verso l'Aula Bunker dove si sono poi svolte le cerimonie istituzionali. "Oggi è la festa della legalità - ha detto Conte, deponendo una corona di alloro sul luogo dell'eccidio - Questa commemorazione è diventata la festa della legalità. Ricordiamo chi ha sacrificato la vita per contrastare la mafia. Oggi dobbiamo tutti sorridere, è il modo migliore per ricordare i nostri morti".
Ma anche nel giorno della memoria non sono mancate polemiche e tensioni. Dopo Claudio Fava e Nello Musumeci, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando decide di disertare l'aula bunker. Il sindaco accoglie gli studenti della nave della legalità al porto e saluta il premier Conte e il presidente della Camera Fico, ma prima che arriva Salvini decide di andare via. "Mi ero augurato - ha dichiarato Orlando - che qualsiasi presenza istituzionale oggi a Palermo e all'Aula Bunker non si trasformasse in occasione per comizi pre-elettorali. Ho appreso che purtroppo non sarà così col previsto intervento di chi solo tre giorni fa ha attaccato i magistrati siciliani". E aggiunge: "Ora vado in piazza Magione con i ragazzi per ricordare le vittime della mafia".
E dall'aula bunker, il vicepremier Matteo Salvini risponde a chi ha deciso di "disertare" le cerimonie istituzionali: "Oggi è la giornata dell'unità nazionale contro le mafie: sono incomprensibili le polemiche e le assenze di certa sinistra, che non sono un'offesa a me ma alla memoria di Giovanni Falcone e di tutte le eroiche vittime della mafia".
"Le polemiche sono inutili. Mi auguro che non siano in questa sala - ha esortato Maria Falcone - Le istituzioni vanno sempre rispettate".
"Non c'è più un confine nella mafia che è ovunque nel Paese - prosegue Salvini -. Non ci sono più regioni mafiose o altre esenti la mafia ce l’abbiamo sotto casa e dobbiamo avere il coraggio tutti di denunciarla senza paura perché chi tace è complice. L'Italia vincerà contro la mafia, la camorra e la 'ndrangheta. Quella bomba ha portato dolore ma ha portato speranza. Stiamo sequestrando ville e negozi dei boss, assumendo poliziotti, accendendo telecamere" ha poi aggiunto
Salvini.
Evita le polemiche il premier Giuseppe Conte: "Mi rivolgo a voi studenti, siete qui e avete risposto così numerosi all’invito di condividere percorsi didattici di educazione alla legalità. Nel 1992 la mafia non ha colpito solo alcune persone ma ha colpito lo Stato", ha detto all’aula bunker.
"Il mio Governo è impegnato a combattere la mafia in primo luogo sostenendo le forze dell’ordine, organi requirenti e giudicanti nel loro impegno quotidiano. Ma occorre anche creare le condizioni affinché non ci sia più bisogno della mafia: - ha aggiunto il premier - laddove manca il lavoro, ci sia una rete adeguata che aiuti in questa ricerca e ci sia comunque un reddito per chi l’ha perduto e non ha altre fonti di sostentamento; ci sia una casa per chi l’ha persa; sia sempre garantito il diritto all’istruzione, non manchi mai l'assistenza sanitaria per tutti, anche nei luoghi in cui la politica e l’amministrazione hanno deciso di barattarla con il profitto personale".
immagini di Marco Gullà
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