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Tangenti a Palermo, Ruperti: "Fondamentale la denuncia di un imprenditore"

Un vasto giro di tangenti nel settore degli appalti pubblici è stato scoperto dalla polizia a Palermo: in manette sono finiti quattro funzionari del Provveditorato alle opere pubbliche, due sono stati sospesi dal servizio.

Nell'operazione "Cuci e Scuci" sono in tutto 14 le misure cautelari, che riguardano anche imprenditori del settore edilizio, emesse dal Gip su disposizione della Procura di Palermo. Sono tutti accusati, a vario titolo, di corruzione, falso in atti pubblici e truffe aggravate ai danni dello Stato.

"È stata ricostruita una prassi illecita che riguardava diversi appalti per ristrutturazioni di strutture pubbliche primarie e secondarie e anche alloggi e caserme di servizio per le forze dell’ordine le stazioni appaltanti non erano complici di questo meccanismo- spiega il dirigente della squadra mobile Rodolfo Ruperti -  La corruzione avveniva tra l’imprenditore che appaltava il lavoro e il publico funzionario che era preposto al suo controllo

"Le indagini hanno avuto inizio dalla denuncia di un imprenditore edile - ha continuato Ruperti - e si sono avvalse di una serie di attività investigative curate dal personale della nona sezione della Squadra mobile di Palermo con pedinamenti e appostamenti che hanno consentito di svelare questo meccanismo".

 

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