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Palermo, 35 anni fa l'uccisione di Chinnici: commemorazioni a Palermo, Misilmeri e Partanna

Commemorazione oggi per il 35° anniversario della trage in cui furono uccisi il giudice Rocco Chinnici, il maresciallo Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi.

Questa mattina alla presenza del comandante generale dell’Arma dei carabinieri, generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri in via Pipitone Federico, luogo dell'eccidio, è stata deposta una corona d’alloro per ricordare il giudice, gli uomini della scorta e il portiere dello stabile.

Poi la messa nella chiesa di S. Giacomo dei Militari all’interno della Caserma “C.A. Dalla Chiesa”, sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia. Alle 17,30, in Misilmeri, in piazza Rocco Chinnici, sarà deposta una corona d’alloro al cippo commemorativo, mentre a Partanna alle 19, in piazza Umberto I, sarà deposta una corona d’alloro al cippo commemorativo dedicato al Giudice e alle 210, presso la Corte del Castello Grifeo, verrà proiettato il film “Rocco Chinnici – E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte”.

"Nel trentacinquesimo anniversario del vile attentato in cui - il 29 luglio 1983 - persero la vita il giudice Rocco Chinnici, gli addetti alla sua sicurezza - maresciallo Mario Trapassi e appuntato Salvatore Bartolotta - e il portiere dello stabile - Stefano Li Sacchi - desidero far giungere a lei e a tutti i familiari delle vittime il mio pensiero commosso e partecipe. Le elevate qualità professionali, l’abnegazione e l'alto senso dello Stato consentirono a Rocco Chinnici di dirigere l'ufficio istruzione del Tribunale di Palermo con fermezza, equilibrio e rigorosa coerenza". Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato alla Fondazione Rocco Chinnici.

"A lui - continua Mattarella - si deve l’avere intuito in tutta la loro pericolosità le connessioni della mafia con l’alta finanza, la politica e l’imprenditoria, e l’aver promosso inedite strategie investigative, fondate sulla collaborazione fra i magistrati che svolgevano le indagini sul fenomeno - afferma Mattarella -. Il ricordo dell’appassionato impegno, umano e professionale, di Rocco Chinnici nel difendere le istituzioni e i cittadini dalla violenza e dalle vessazioni della criminalità organizzata resta indelebile nella memoria di tutti e rappresenta un prezioso e costante stimolo per la crescita della coscienza civile e della fiducia nello stato di diritto".

"Il suo esempio esorta a rinnovare quotidianamente l’impegno nel contrasto a ogni forma di mafia, con il medesimo rigore e la stessa determinazione che hanno contraddistinto il suo agire. E' con tale spirito che sono vicino a tutti i familiari delle vittime dell’attentato, rinnovando i sentimenti di gratitudine dell’intero Paese", conclude il Capo dello Stato.

«Ci sono tanti processi che si sono sviluppati nell’arco di 30 anni arrivando ad una sentenza di condanna definitiva dei responsabili anche se rimane ancora qualche aspetto non del tutto chiarito. Adesso c'è stata la desecretazione e la pubblicazione degli atti del Csm vedremo se ci saranno elementi che ci consentiranno di chiarire anche i punti oscuri. Quello che è rimasto di maggiore incertezza le telefonate del confidente della polizia che fecero parte di una parte di processi, ma poi non ci furono ulteriori approfondimenti». Lo ha detto l’eurodeputato Pd Caterina Chinnici a margine della cerimonia che ha ricordato l’eccidio di via Pipitone Federico 35 anni fa in cui morì il padre Rocco, gli uomini della scorta e il portiere dello stabile. Il confidente libanese Bou Chebel Ghassan, preannunciò la strage di via Pipitone Federico e non fu preso sul serio. Disse che la mafia per eliminare un poliziotto o un magistrato avrebbe utilizzato il metodo libanese dell’auto bomba.

«Rocco Chinnici rappresenta una pietra miliare nella storia della lotta alla mafia, sia per le tecniche investigative adottate, che per la lungimiranza nel creare un pool specializzato nelle indagini. Il suo sacrificio va ricordato per rinnovare l’impegno di tutti a non abbassare mai la guardia contro ogni forma di malaffare». Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

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