PALERMO. «Siamo qui per ricordare don Pino Puglisi, il suo sangue ci ricorda che a caro prezzo siamo stati riscattati». Lo ha detto l'arcivescovo Corrado Lorefice aprendo ieri sera così la messa, alla cattedrale di Palermo, in ricordo di padre «3P», come amava firmarsi il parroco ucciso da cosa nostra per aver cercato di sottrarre i giovani del quartiere Brancaccio alla manovalanza mafiosa, la sera del 15 settembre di 23 anni fa, giorno del suo 56esimo compleanno.
«Fino a quando ci saranno uomini di buona volontà disposti a dare la loro vita - ha proseguito l'arcivescovo - è chiara la testimonianza di Dio ad amare uomini e donne, nonostante il male prodotto dagli uomini quando il loro cuore si indurisce».
Tra gli officianti c'è don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Nella cattedrale di Palermo ci sono il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, il sindaco, Leoluca Orlando, il questore, Guido Longo, il prefetto, Antonella De Miro e le autorità civili e militari.
A seguire, sul piano della cattedrale la «festa con 3P», la manifestazione organizzata dall'arcidiocesi di Palermo pensata per la cittadinanza e i più giovani, con interventi di don Luigi Ciotti, l'arcivescovo Corrado Lorefice e Moni Ovadia.
Tantissime le persone che hanno affollato la cattedrale, tra cittadini, volontari di Libera, studenti, qualche turista, religiosi, e anche un gruppo di giovani detenuti del carcere minorile di Trapani.
«Don Pino non era un prete antimafia: era un prete uomo, un uomo prete. La vera forza della sua testimonianza è stata la sua ferialità, questo stare al suo posto, da uomo mite, libero, a fare il suo lavoro giorno dopo giorno. Sapeva di dover donare la sua vita perchè altre generazioni non fossero schiave del padrino, ma conoscessero il vero padre», ha detto Lorefice, durante l'omelia.
L'arcivescovo ha sottolineato la necessità di «Riscattare questa nostra città da chi vuole asservirla perchè ha obiettivi di potere e oppressione, nel segno della criminalità e della illegalità».
Poi, monsignor Lorefice ha salutato tutte le autorità presenti, civili e militari, in particolare la presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi: «Per noi è un carissimo onore averla qui - ha detto Lorefice durante la cerimonia - lei è a capo di una commissione che deve guidare la trasparenza e la legalità».
E agli altri rappresentanti istituzionali ha detto: «Siamo contenti di esserci ritrovati oggi, perchè dobbiamo ridare voce alla testimonianza feriale di don Pino, questo è il vero senso del servizio politico e di chi ha un compito educativo, ciascuno di noi può e deve rinnegare gli interessi dei malavitosi».
Immagini di Marcella Chirchio
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