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Caso Corleone, il sindaco ascoltato dall’Antimafia

PALERMO. "Avrò peccato di leggerezza, inesperienza, di qualche sbavatura, ma non posso essere considerata vicina ad ambienti mafiosi. Rinnegherei il nome che porto e mi dissocerei dalla mia stessa famiglia se mio fratello fosse coinvolto in qualche organizzazione."

Si è conclusa con queste dichiarazioni l'audizione di stamane del sindaco di Corleone Leoluchina Savona, dinanzi alla Commissione regionale Antimafia, presieduta da Nello Musumeci.
Una seduta protrattasi per due ore, con decine di domande poste dai deputati-commissari al primo cittadino del centro corleonese, nel cui municipio da qualche giorno si è insediata la commissione d'accesso della Prefettura per verificare l'esistenza di pressioni o condizionamenti mafiosi.

L'audizione di oggi ha consentito alla Commissione di acquisire elementi di valutazione (per le responsabilità politiche di competenza dell'Organismo parlamentare) relativi ai rapporti tra la Savona ed il Consiglio comunale, le forze imprenditoriali, la burocrazia dell'ente, mentre particolare attenzione è stata dedicata al ruolo del dipendente comunale Antonino Di Marco.

Leoluchina Savona era stata già ascoltata dall'Antimafia regionale nel novembre del 2014, su richiesta dello stesso sindaco, a seguito di contrasti emersi col presidente del consiglio comunale.

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