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Palermo, una veglia contro disparità di genere e discriminazione

Una veglia contro il silenzio e l’indifferenza che ancora aleggiano sugli episodi di violenza e discriminazione. Trentacinque associazioni tra private, parrocchie e chiese luterane, avventiste, cattoliche, si sono riunite questo pomeriggio in viale Lazio a Palermo, dei fronte alla sede dell’ufficio Anagrafe del Comune, per la veglia contro l’omotransfobia: come ogni anno dal 2007 il capoluogo dell’Isola è presente per condannare gli episodi «che comprimono i diritti - ha spiegato Pippo Catalano, organizzatore e docente dell’istituto Finocchiaro Aprile, scuola che da quest’anno fa parte del coordinamento della veglia -. La violenza manifestata nei confronti di chiunque, in special modo contro gli omosessuali, non ha alcuna giustificazione e va superata».

Circa un centinaio di persone hanno ascoltato le testimonianze di chi, sulla propria pelle, è costretto a misurarsi ancora con i muri della società. Come Silvia Buzzone, che nel 2016 ha adottato una bambina arrivata in Sicilia attraverso quello che viene chiamato il viaggio della speranza: «Sia come genitore che come componente dell’associazione Mamme per la pelle, vedo come soprattutto nel periodo dell’adolescenza i ragazzi vengano ancora discriminati anche dagli stessi loro coetanei», racconta. E si sofferma su alcuni episodi vissuti da sua figlia: «Capita che alcune bambine le facciano pesare la sua diversità - dice -, le sue caratteristiche diverse. Mi sembra assurdo nel 2023 dover parlare ancora di accoglienza delle diversità, dall’orientamento sessuale alle origini di ognuno di noi. Dovrebbe essere una cosa superata».

Disagi vissuti anche dalle famiglie arcobaleno. Anzi, dai loro figli: «Il disagio lo vivono i bambini - sottolinea Alessia Sansone - che ad oggi non sono riconosciuti come i figli delle famiglie tradizionali. Sono figli di serie B: non hanno gli stessi diritti, la politica non va al passo con i tempi e ci sta abbandonando». Abbandono avvertito anche qui a Palermo, riguardo alla trascrizione delle famiglie omogenitoriali: «La politica deve avere coraggio - dice -. I nostri bambini sono qui, esistono e hanno il diritto di avere riconosciuti i genitori. Ad oggi - conclude - non potrei neanche accompagnare mio figlio a fare un vaccino. Non posso spostarmi senza la mia compagna. È tutto assurdo».

Alla veglia, presente anche l’assessore alle Politiche di genere e Pari opportunità, Rosalia Pennino, che replica: «Nessun passo indietro - dice -. L’assessore che ha le deleghe preposte a trattare, organizzare un confronto costante con le organizzazioni e le persone che ruotano intorno a questi temi delicati e dedicati, sono io e ho sempre avuto la porta del mio assessorato aperta, stiamo organizzando e messo a sistema tante proposte che vogliamo portare avanti. La risposta è che l’Amministrazione oggi è presente». E prosegue: «Le iniziative che riportano alla civiltà, al senso di comunità e all’abbattimento di ogni differenza e violenza è bene che vengano mantenute nel tempo. Il fatto che si ripropongano non vuol dire che c’è ancora un cammino difficile da fare, anche se in questo caso si, la strada è ancora lunga, ma sono momenti che chiamano la città a diventare comunità».

La veglia è poi proseguita all’interno della chiesa di Maria Santissima della Misericordia, in via Liguria.

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