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Fenicotteri avvistati a Palermo e Ustica: ecco come comportarsi se succede di nuovo

I due fenicotteri avvistati sulle coste di Palermo e ad Ustica e poi recuperati e trasportati alla Riserva delle Saline di Trapani e Paceco facevano parte di uno stormo. Lo dice in una nota la Lipu di Palermo, spiegando i fenomeni migratori degli uccelli.

«Il fenicottero - afferma Giovanni Cumbo, delegato Lipu di Palermo - è un animale altamente gregario che sfrutta questa particolarità per esempio durante la migrazione, la fuga dai predatori, durante la riproduzione e l’alimentazione. Ma a proposito di alimentazione, il fatto di trovare questi fenicotteri solitari e in ambienti apparentemente non idonei per la loro alimentazione, può significare che abbiano perso il gruppo poiché troppo debilitati. In realtà, potrebbero riuscire a trovare ugualmente cibo, se venissero lasciati in pace, l’alimentazione possono trovarla sulle coste e alle foci dei fiumi. Il 12 giugno 2009 un giovane fenicottero inanellato in Spagna da pullus approdò nel fiume Oreto e dopo qualche giorno riuscì a rifocillarsi sul fiume e riprendere la migrazione».

Ma non tutto è semplice. «I fenicotteri  - prosegue Cumbo - vanno sorvegliati da lontano, specialmente se approdano in aree degradate delle città come per l'esemplare della Bandita. C’è sempre l’eventualità che il soggetto non possa farcela da solo perché troppo debilitato, si può capire se il fenicottero si isola, si allontana dal mare o dalla costa, sta fermo in una zona per troppi giorni, o finisce su terraferma. È importante comunque non prendere iniziative personali e contattare la Lipu Sezione di Palermo o il Centro recupero di Ficuzza poiché i fenicotteri, come tutti gli uccelli, hanno sacche aeree nel torace e una persona inesperta potrebbe solo peggiorare la situazione. Se, ancor peggio, notate atti di violenza e maltrattamento gratuito o di disturbo, chiamate subito le forze dell’ordine».

«Dal momento che l’alimentazione in cattività nei centri di recupero - continua il delegato Lipu - è un’operazione piuttosto complessa, la cosa più semplice e più giusta da fare è quella di recuperare l’animale (da parte di personale esperto) e rilasciarlo nel luogo più idoneo, cioè le Saline di Trapani, sperando sempre che sopravviva al viaggio e si riprenda. La mortalità di tutti gli uccelli del primo anno di vita è molto alta, tanti muoiono in mare aperto durante la migrazione senza che noi ce ne accorgiamo, ma altrettanti nascono e riescono a superare il viaggio».

Le migrazioni

Il fenicottero, spiega la Lipu, è una specie migratrice, nidificante e parzialmente sedentaria. Ha un’indole abbastanza confidente, soprattutto i giovani da poco involati. È una specie gregaria e quindi si sposta e si riunisce in grandi stormi. Il fenicottero frequenta diversi ambienti, dalle saline alle lagune salmastre, dagli estuari alle acque costiere, dai laghi salmastri alle acque reflue fino ai corsi d’acqua dolce per ripulirsi del troppo sale che ha sul corpo. Ma durante la riproduzione, il fenicottero forma delle colonie nelle saline dove depone le uova i cui pulcini una volta usciti sono allevati da entrambi i genitori. Il fenicottero è attivo anche di notte quando c’è la luna. Pur frequentando acque relativamente basse, è capace di nuotare.

Diversamente dagli altri uccelli, la migrazione del fenicottero è piuttosto complessa e grazie all’inanellamento dei pulli nelle colonie è stato possibile chiarire meglio i movimenti migratori. «Più che altro - dice la Lipu - si parla di nomadismo, di movimenti dispersivi che si aggiungono alla migrazione e alle colonie sedentarie. Lo svernamento può coincidere con le aree di nidificazione che in Sicilia si trovano, più o meno in maniera continua da qualche anno, nelle Saline di Priolo. Mentre gli adulti compiono movimenti di molti chilometri da una zona umida all’altra alla ricerca di cibo, i giovani effettuano degli spostamenti anche di migliaia di chilometri per la colonizzazione di nuovi territori, capaci di emigrare da uno Stato all’altro, come successe per il fenicottero avvistato al fiume Oreto nel 2009 che grazie all’anello alla zampa si è potuto sapere la cronistoria di vita di quell’individuo, inanellato in Spagna l’anno precedente da pullus e avvistato successivamente alle Saline di Trapani».

Alimentazione

La sua alimentazione è costituita principalmente da un crostaceo, l’Artemia salina, che si trova nelle saline, l’habitat maggiormente frequentato dai fenicotteri. Altri tipi di alimentazione sono costituiti da molluschi, anellidi, larve di insetti acquatici, semi di piante acquatiche, diatomee, alghe verdi o azzurre, parti di piante acquatiche o batteri.

Metodi di filtraggio del cibo

Il fenicottero ha nel suo becco una doppia fila di uncini e delle lamelle che gli permettono di filtrare acqua e fango per la ricerca del cibo in vari metodi, per esempio: 1) muovendo la testa a semicerchio per filtrare le uova dell’Artemia salina; 2) mentre nuota in acque profonde, immerge il lungo collo per scandagliare il fondale; 3) solleva il fango scalpitandolo con le zampe e comincia a filtrarlo con il becco.

I recapiti da contattare

Ecco i recapiti da contattare nei casi in cui si rinviene un animale selvatico in difficoltà come nel caso del fenicottero.

Lipu Palermo: [email protected] – 3492196124

Centro recupero Fauna Selvatica di Ficuzza: [email protected] – 3392567961

Corpo Forestale della Regione Siciliana: 091 7070625

Distaccamento Forestale Palermo Falde: 091545351

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