La guerra dentro Forza Italia a Palermo prosegue, sebbene a una intensità più bassa. Nella seduta del Consiglio comunale, il presidente Giulio Tantillo è stato preso di mira dai suoi colleghi del gruppo azzurro che – comunque – non ha partecipato alla conferenza dei capigruppo per protesta, così come annunciato.
Ottavio Zacco, il forzista che per primo aveva mandato siluri a Tantillo, ha specificato che «non esiste alcun problema di fiducia nei confronti del sindaco» ribadendo che esiste invece «un problema su come il presidente organizza e conduce i lavori d'aula». Insistendo: «Tantillo non informa dovutamente né la maggioranza, né l’aula. I lavori vengono programmati senza il coinvolgimento dei gruppi. Le commissioni non hanno ancora il personale. Non sappiamo quando avverrà il trasloco dei gruppi e dell’aula». Smentendo, insomma, che la miccia dello scontro risieda nel movimentismo di Tantillo in vista della nomina dei vertici delle partecipate.
Sulla stessa lunghezza d'onda si è sintonizzato Giovanni Inzerillo, capogruppo forzista: «Confermo, presidenza poco autorevole». Alessandro Anello, capogruppo di Prima l'Italia, e Antonio Rini, di Fratelli d’Italia, hanno invitato Tantillo a convocare una riunione dei capigruppo di maggioranza dove sia possibile arrivare ad un chiarimento. Proposta accettata dal presidente che ha convocato la riunione per le 11. E vediamo che cosa uscirà fuori. Rini ha stigmatizzato il fatto «che dentro le istituzioni è arrivata la polemica interna a un partito che non è uno spettacolo edificante». E Giuseppe Milazzo, di Fratelli d’Italia, invita alla calma: «Non mi sento di sindacare i comportamenti di chicchessia. Auspico solamente che il gruppo azzurro giunga velocemente a un chiarimento».
Dal canto suo, il presidente di Sala delle Lapidi, non ha raccolto le provocazioni e ha difeso il suo operato: «Non ci sono delibere dell'amministrazione in attesa e tutti i documenti che mi arrivano sono immediatamente messi a disposizione dei consiglieri».
Dai banchi dell’opposizione, Ugo Forello del gruppo Oso ha affermato: «Non è assolutamente il caso di minimizzare lo strappo - dice -. Se la maggioranza attacca il presidente del Consiglio comunale, il sindaco non ha più la maggioranza. Chiediamo a Lagalla di venire a riferire in aula sul perché c'è ritardo sulla nomina dei vertici delle Partecipate». Per Carmelo Miceli del Pd «non si può dire che le affermazioni di Zacco non hanno ripercussioni sul sindaco. Lo stallo riguarda il Consiglio comunale, ma anche la città». Secondo Antonino Randazzo dei Cinquestelle non ci sono le condizioni per proseguire i lavori d’aula fino a quando non finirà questa guerra intestina.
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