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A Palermo paralisi delle aziende comunali, ma Lagalla rinvia il ricambio dei dirigenti

Il sindaco Lagalla a Palazzo delle Aquile

«Ma cosa aspetta il sindaco per dare un nuovo assetto di vertice alle aziende partecipate del Comune?». La domanda corre di bocca in bocca. Negli uffici, fra i corridoi del Palazzo, fra gli addetti ai lavori, nel sottobosco della politica che attende poltroncine e strapuntini.

«Aspetta che si formi il nuovo governo regionale», è la risposta che un uomo addentro alle questioni e sgamato annusatore di andamenti politico-amministrativi, che spiega con l’obbligo di non essere citato. Certo è, comunque, che al momento tutte le società vanno avanti azzoppate fra proroghe, amministratori decaduti, collegi dei sindaci assurti a guida a filo di codice civile. E nel frattempo, però, mancano le guide forti, di lungo respiro, che possano prendere decisioni in forza del loro incarico. Con un paradosso di non poco conto: al momento vi sono insediati organismi scelti tutti dal predecessore di Roberto Lagalla, Leoluca Orlando.

E così, ad esempio, si continua con le relazioni della ragioneria che informa dei nuovi disallineamenti fra i bilanci di Comune e aziende che ammorbano i conti del Comune. L’Amat, il cui presidente Michele Cimino prosegue l’incarico senza sapere quale sarà la proposta sul suo futuro, ancora attende un definitivo progetto di rilancio benché qualcosa si sia già mosso, ad esempio con il nuovo piano tariffario delle zone blu.

La stessa cosa si può dire della Rap. L’ingegnere Girolamo Caruso è l’amministratore unico e siede forse sulla poltrona più rognosa: ha annunciato un piano di assunzioni, ma prima di ogni cosa bisogna capire quale sarà il suo di futuro visto che col sindaco i rapporti non sempre sono stati idilliaci. Ma anche su questo versante, si tace. per non parlare di Sispi e Reset, dove non ci sono amministratori, ma il ruolo è stato demandato al collegio dei sindaci. Mentre in Amg Energia - che anche in virtù di una norma nazionale sul riassetto di questo tipo di servizi da erogare - governa il vicepresidente, Domenico Macchiarella, uomo vicino a Edy Tamajo di Forza Italia, che in teoria potrebbe rimanere in azienda, magari al gradino più alto. In Amap la posizione di Alessandro Di Martino sembra al momento blindata, perché ha avuto l’investitura dell’assemblea dei Comuni, che ormai sono soci dell’azienda del servizio idrico.

Poi c’è il piatto forte, la Gesap. La società di gestione dell’aeroporto «Falcone-Borsellino» al momento è in mano a un Cda con alla guida Giovanni Scalia. La parte più consistente delle nomine si farà tra Comune e Città Metropolitana, guidati dallo stesso sindaco. Sicuramente cambierà quasi tutto. Al momento i giochi sono fermi. Ancora per poco, dice qualcuno. Il tempo di fare il governo regionale: non si sa mai serva qualche casella da riempire nell’ottica di uno spoil system organizzato per piazzare qualcuno che rimane fuori dai giri più grandi. E questa è una spiegazione agli interrogativi che circolano in questi giorni.

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