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Palermo, la befana acrobatica a Palazzo delle Aquile porta dolci ma anche polemiche

La Befana vola sulla sua scopa, nelle favole che fanno sognare i bambini in attesa di un dono. Nella realtà ha bisogno di un paranco, di una fune, di una cintura di sicurezza, di un edificio da cui calarsi e... di un'autorizzazione che non si comprende bene chi l'abbia rilasciata.

Nella burocrazia comunale, a Palermo, porta carbone e momenti di ansia la Vecchia che tutte le feste si porta via. Perché la tradizionale festa per i più piccoli in piazza Pretoria, dopo gli anni di sospensione per la pandemia, l'altro ieri è stata un successo ma senza che chi avrebbe dovuto esserne messo a conoscenza ne sapesse nulla. C'erano centinaia a centinaia di persone, i più piccoli col naso all'insù hanno atteso che dall'ultimo piano del municipio, dopo uno sbuffo di fumo ad annunciarla, calasse la vecchia dal naso lungo e bitorzoluto, le scarpe rotte e tanti dolcetti e caramelle nella borsa senza fondo. Per la verità alla fine ne sono scese tre col supporto di Minimupa, Palermobimbi e l'aiuto del Club Alpino italiano.

La festa è stata partecipatissima, ha visto anche la presenza degli assessori Rosi Pennino e Maurizio Carta. il quale ha pure postato su Facebook quattro fotografie accompagnate da questo testo: «Accolta da una bellissima folla di persone, famiglie, curiosi, turisti, bambine e bambini incantati la Befana è discesa da Palazzo delle Aquile a distribuire caramelle e sorrisi. Una iniziativa promossa dal sindaco Roberto Lagalla e da tutta la giunta che apre sempre di più gli spazi dell’amministrazione alla città, perché diventino bene comune quotidiano, luoghi confidenti e non distanti. Palazzo delle Aquile è la casa della cittadinanza e così deve essere vissuta. All’assessore Rosi Pennino hanno donato dolci, a me carbone perché ancora non mi sono meritato di meglio. Buona Epifania a tutti».  La festa, però, ha anche causato qualche mal di pancia.

Il presidente del Consiglio comunale, Giulio Tantillo, pare fosse all'oscuro di tutto l'ambaradan messo in piedi. È lui ad avere la competenza sull'edificio e sarebbe lui l'autorità che in primis doveva essere messa al corrente. Anche perché, com'è noto, il palazzo ha la necessità di alcuni interventi urgenti (a breve avverrà il trasloco sia del personale che degli uffici) e per ragioni di sicurezza risulta pure essere transennato. Ragioni sufficienti a sconsigliare una manifestazione di qual tipo, col sovraffollamento della piazza, la folla che premeva, il pericolo di distacco di pezzi del cornicione. Chi poteva mai assumersi quella responsabilità? E la Soprintendenza era stata messa al corrente?

Tutte domande che ora circolano sotto traccia in un giro di e-mail tra la presidenza, la vice-segreteria generale e l’ufficio del cerimoniale. La vicesegretaria generale, Patrizia Milisenda (che oggi assume il nuovo incarico di capo area delle Attività produttive), scrive di avere «acquisito la nota di discarico di responsabilità degli organizzatori dell'evento e successivamente ha dato il via libera». Arrivano le scuse «se inconsapevolmente si è autorizzato nel presupposto che la Cultura ed il Cerimoniale avessero acquisito il suo nulla osta, com'è prassi».

Chiamato in causa, l'ufficio del cerimoniale scansa le responsabilità e ricostruisce così la storia a firma del responsabile, Fabio Corsini: «Noi ci siamo interessati alla questione solo perché l’assessorato alla Cultura e l’associazione che ha curato l’evento non riuscivano a mettersi in contatto con un referente della vice segreteria per effettuare un sopralluogo. Successivamente, l’associazione ha inviato richiesta al responsabile gestionale della struttura di Palazzo delle Aquile, dottoressa Milisenda, dovendo l’iniziativa essere autorizzata dalla stessa e successivamente essere inserita nel calendario. Quindi – conclude l'informativa - riteniamo che avrebbe dovuto essere l’ufficio della vice segreteria generale a chiedere il nulla osta alla presidenza del Consiglio prima di concedere l'autorizzazione».

Basteranno queste spiegazioni a placare l’ira del presidente Tantillo, per altro alle prese con la complessa macchina organizzativa del trasloco degli uffici per dare il via ai lavori di restauro?

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