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Il nipote di Piersanti Mattarella: "Continuate a indagare sull'omicidio di mio nonno"

«La memoria di chi, come mio nonno, è caduto nella lotta alla mafia, è importante non solo per onorare le vittime, ma anche per guardare al futuro». Lo scrive in una lettera-appello pubblicata oggi dal Giornale di Sicilia, Andrea Mattarella, nipote di Piersanti, il presidente della Regione siciliana ucciso il 6 gennaio del 1980 in via Libertà, a Palermo. Il secondogenito di Bernardo Mattarella, figlio del politico assassinato 43 anni fa, avverte una «esigenza» e chiede di «pervenire a una verità completa sulle dinamiche che portarono alla sua morte. Infatti - scrive - contro la sua azione riformatrice si scagliò non solo Cosa nostra, ma un più ampio sistema di potere politico-criminale, composto anche da pezzi deviati delle istituzioni. La speranza è che la riapertura delle indagini possano finalmente apportare un contributo concreto in questo senso».

Un appello a cui la procura di Palermo ha implicitamente già risposto, perchè il capo della Dda, Maurizio De Lucia, e il suo aggiunto Marzia Sabella stanno conducendo nuovi accertamenti sulle responsabilità diverse da quelle dei capimafia già condannati per il delitto. «Il ricordo - prosegue Andrea Mattarella, nipote anche del Capo dello Stato - deve essere uno strumento di crescita per le giovani generazioni nate dopo il periodo delle stragi, che certamente oggi possono contare su consolidati esempi di onestà. E’ stato per me significativo incontrare giovani nelle scuole, che studiano le storie e i discorsi di Falcone, Borsellino, Mattarella e di tutti gli uomini e le donne che hanno contrastato apertamente la mafia. L’esperienza di mio nonno ci insegna che la buona politica, intesa come servizio alla comunità e non come privilegio personale, è la strada da seguire per riscattare una terra complessa come la Sicilia. Il contrasto alle mafie - conclude - richiede infatti una forte volontà politica di adottare provvedimenti concreti e di eliminare alla radice ogni contiguità». E per questo il giovane avvocato e dottorando di ricerca in Diritto penale presso l’Università Lumsa, chiede di non fermarsi nella ricerca della verità.

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