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Palermo, consiglieri con tanti incarichi e commissioni in crisi: Tantillo assicura un intervento

L’opposizione in Consiglio comunale, a Palermo, rumoreggia. Sul bilancio di previsione appena approvato in giunta, ma di cui ancora non si conoscono le carte e le pezze d’appoggio, si chiedono chiarimenti. E parte l’attacco all’amministrazione perché sostanzialmente tiene all’oscuro l’aula su argomenti delicati come questo. Anche per colpa di una disorganizzazione complessiva che, secondo alcuni, permanentemente scompiglia l’attività del Consiglio per colpa delle assenze degli esponenti del centrodestra. Di più, ci sono le commissioni che dovrebbero lavorare provvedimenti e atti in via preventiva che non sono nelle condizioni di operare per mancanza di personale o per le numerose assenze da parte di consiglieri di maggioranza che rivestono ruoli in altre assemblee elettive (o svolgono altre funzioni amministrative) e dunque dedicano pochissimo tempo alle attività del Comune.

Accuse che, ad esempio, Ugo Forello lancia con nomi e cognomi. «In questo momento – esordisce – dovremmo concentrarci solo su due atti: il bilancio consuntivo 2021 e quello previsionale 2023. Ma non siamo nelle condizioni di lavorare. La mia commissione, la prima, che si occupa di patrimonio e bilancio, non era nemmeno a conoscenza di quello che stava accadendo. Questo perché c’è un presidente, Fabrizio Ferrara, di Fratelli d’Italia, che non è nelle condizioni di svolgere la propria attività perché con la testa all’Ars, dove ha preso una commissione regionale, dopo essere stato eletto. Non programma nulla». Forello va avanti: «C’è anche un altro componente di maggioranza che in commissione non s’è mai fatto vedere se non alla seduta di insediamento, ed è l’onorevole Marianna Caronia. Non si può in questo momento così delicato non avere una commissione Bilancio che funziona come dovrebbe e non riesce a fare il suo lavoro che garantisce soprattutto il Consiglio con la sua attività». Il messaggio è che la maggioranza reputa i lavori di Sala delle Lapidi secondari e li gestisce con la mano sinistra. L’esponente dell’opposizione ha annunciato che non si presenterà più «alle sedute di commissione sino a quando non si sarà insediato un vero presidente». Sul punto il presidente Giulio Tantillo ha promesso un intervento perché «su alcune questioni non si può lasciare al buio il Consiglio».

E sulla gestione squinternata degli organismi consiliari mette il carico anche Giulia Argiroffi, che fa parte della commissione Urbanistica. «Anche da noi – dice – c’è quasi la stessa situazione, se non più grave. Abbiamo sette componenti, ma non li abbiamo mai visti tutti insieme. L’assessore comunale Sabrina Figuccia, l’europarlamentare Giuseppe Milazzo e il presidente dell’Ordine nazionale degli architetti Franco Miceli molto spesso si assentano. Con la scusa che hanno cose più importanti da fare – prosegue – si dimostra che quello di consigliere comunale è un lavoro di serie B». Stilettate anche al presidente Antonio Rini, «che non interpreta la sua funzione a tempo pieno come invece andrebbe fatto». Rini, infatti, è anche sindaco di Ventimiglia di Sicilia e dunque deve in qualche modo dividersi fra diversi impegni.

Insomma, non sono mancate carinerie a Sala delle Lapidi. Nemmeno uno come Carmelo Miceli, del Pd, le ha mandate a dire, concentrandosi sulle anticipazioni di stampa sul bilancio di previsione: «Si dice che l’aumento dell’addizionale Irpef sia stato neutralizzato per il fatto che il fondo rischi legali ha subito una riduzione di 100 milioni per una nuova valutazione del rischio di soccombenza in giudizio. Allora, mi chiedo, ma quest’Aula ha il diritto di sapere perché oggi c’è una diversa valutazione rispetto a qualche mese fa quando governava un’altra giunta? E perché non è stato fatto prima?».

Domande che rimangono senza risposta. In aula, in rappresentanza della giunta, c’era Maurizio Carta, assessore alla Rigenerazione urbana e alla Mobilità, chiamato a discutere su un'altra vicenda, il caso Amg, ma che è stato chiamato in causa sempre dalla Argiroffi su una questione già sollevata, a dire il vero, da Franco Miceli con una nota ufficiale alla presidenza del Consiglio e che riguarda la gestione della rigenerazione del fronte del porto. Sotto accusa finisce lo schema di accordo stipulato dall'amministrazione con l'autorità portuale che, secondo gli esponenti dell’opposizione, esautora il Consiglio delle sue competenze esclusive in tema di pianificazione urbanistica.

«Le cose non stanno così - spiega Carta - ciò che il sindaco ha firmato è solo un accordo quadro che nulla toglie alle prerogative di Sala delle Lapidi, diversamente sarebbe un atto contro la legge che non avrebbe potuto nemmeno essere preso in considerazione. Solo - spiega il titolare della Rigenerazione urbana - si conviene che sulla connessione territoriale fra porto e Comune le due istituzioni debbano collaborare, procedendo non in maniera sconnessa, o magari in opposizione, ma sostenendosi a vicenda, visto che quel territorio ha ampie zone di cointeressenza fra l’uno e l’altro ente». Conclude, l’assessore: «L’intesa definisce, ad esempio, la necessità di una migliore manutenzione del Foro Italico che ha bisogno di intercettare risorse, sulle quali al momento il Comune non è attrezzato». Insomma, la questione è stata derubricata a tempesta in un bicchiere d’acqua. Anche se il clima è rimasto di sostanziale scetticismo. Ma c’è anche chi, fra i banchi dell’opposizione, sotto sotto non è per nulla contrario addirittura ad affidare per intero la competenza sul lungomare all’Autorità portuale visto la prova di efficienza che il suo presidente, Pasqualino Monti, ha dimostrato di riuscire a mettere in campo.

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