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Palermo si candida come sede del Centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno

La Sicilia ha tutte le carte in regola, a cominciare dalla grande disponibilità di acqua connaturata con la sua insularità, per giocare con successo la partita di un nuovo sviluppo all’insegna della piena sostenibilità nella quale il ruolo dell’idrogeno verde - prodotto cioè da fonti rinnovabili - è strategico. Non è dunque un caso che anche la Regione Siciliana abbia lanciato la candidatura dell’Isola quale sede del Centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno.

Per fare il punto si sono confrontati ieri pomeriggio a Palermo, nell’aula magna dello Iemest, esponenti delle Istituzioni, imprenditori, docenti universitari ed esperti di caratura internazionale nel corso dell’incontro su Nuove frontiere di economia sostenibile: le opportunità per la Sicilia (Scenari della Twin Transition).

L’iniziativa é stata promossa da Ilios Hydrogen con Onda Più (Gruppo Eneron) e il supporto dello Iemest. A catalizzare l’attenzione del folto uditorio è stato David Batstone, docente di Etica all’Università di San Francisco, giornalista e saggista, protagonista di quella rivoluzione culturale sul tema dello sviluppo sostenibile attraverso aziende che restituiscano dignità alle persone ed al pianeta, i semi della quale sono stati piantati ormai anche in Sicilia. Batstone, che è anche componente del board di Ilios Hydrogen Italy, azienda con sede a Messina, ha subito voluto partire da un paradosso. «Sono venuto in Sicilia, dalla California, per sviluppare crescita anche economica e invece ascolto che i giovani vanno via da qui per cercare di realizzarsi lontano da questa terra - ha osservato il giornalista e saggista -. A me sema invece che qui ci siano tutte le migliori condizioni per lavorare, produrre, crescere. Qui in Sicilia c’è futuro non solo per l’idrogeno ma per le energie rinnovabili più in generale. Partiamo intanto dal dire che la parola-chiave più che riciclo é rigenerare, senza peraltro dimenticare che la fase attuale di transizione che stiamo vivendo si connota per una particolare complessità».

Paradigmatico in questo senso la spinta che esista registrando verso l’elettrico: «C’è da ripensare tutta una serie di attività, a cominciare da quelle di estrazione delle materie prime necessarie per il confezionamento delle batterie - ha aggiunto Batstone -: tra quattro-cinque anni ci sarà un’inevitabile penuria che non potrà non avere riflessi sul mercato stesso delle auto. Problemi simili, invece, non si pongono con idrogeno, soprattutto in Sicilia che è completamente circondata dall’acqua. Insomma qui non si corre certo il rischio ad un certo punto di dover andare in Cina a procurarsi la materia prima... Ecco perché - ha concluso David Batstone - qui possiamo essere veramente parte di una transizione energetica condotta n maniera semplice, sostenibile e al tempo stesso remunerativa. La sfida è pensare oggi chi saranno gli utilizzatori di domani. Per rispondere a questa domanda dobbiamo essere capace di costruire un sistema economico-operativo intelligente basato sull’idrogeno. La Sicilia ha questa grande opportunità».

A fare gli onori di casa é stato il presidente dello Iemest Bartolo Sammartino, mentre è toccato all’energy manager della Regione Siciliana Roberto Sannasardo raccontare quale sia lo stato dell’arte sull’Isola sul versante idrogeno. La Regione intende essere protagonista puntando, oltre al riconoscimento dell’Isola quale sede del Centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno, anche alla realizzazione di una hydrogen valleys partendo dal riutilizzo di aree industriali dismesse. Un ulteriore tassello in questo mosaico é poi rappresentata dal varo di un Osservatorio regionale sull’idrogeno in seno al quale è stata lanciata la proposta di realizzare un manifesto sulla specifica tematica.

Nel suo intervento il professore Maurizio Cellura, direttore del Centro di sostenibilità e transizione ecologica dell’Università di Palermo, ha richiamato la necessità di ripensare la bio economia e di puntare sull’economia circolare.
E toccato a Salvatore Magazù, ceo Ilios Hydrogen Italy, rientrato in Italia dopo una lunga esperienza all’estero, sottolineare come «negli ultimi 15 anni sia cambiata la percezione dell’Italia nel mondo: da Paese pittoresco a territorio con un quadro normativo che si va dettagliando sempre meglio, e questo é quanto interessa a chi vuol investire». A chiudere Luigi Martines, ceo del Gruppo Eneron che ha ricordato come Sicilia e Sardegna - le due isole nelle quali operano due aziende del Gruppo, rispettivamente Onda Più ed Energit - siano «due territori che rappresentano straordinari potenziali laboratori a cielo aperto per le possibilità che offrono in termini di produzione di energia pulita. Mi spingo ancora oltre: a determinate condizioni i 3 kilowatt di energia elettrica che normalmente abbiamo disponibili un po’ tutti a casa potrebbero anche non essere pagati, considerata la potenziale rilevante disponibilità di energia da fonti rinnovabili... Ma per tagliare questo traguardo da soli sole e vento non bastano da soli: strategico é come sempre l’investimento costante in ricerca ed innovazione. Noi lo abbiamo ben chiaro ed abbiamo già prodotto uno smart meter capace di “leggere” in tempo reale i consumi di ogni singolo elemento dell’impianto elettrico di casa traducendolo poi in costi in euro in una bolletta chiara e di immediata lettura».

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