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Petralia Soprana, i nuovi scavi hanno permesso di datare la Villa Romana

I resti animali lasciano ipotizzare la presenza nell'area di un'officina per la lavorazione e la trasformazione dell'osso

Lo scavo archeologico della Villa Romana di Santa Marina, fra Raffo e Pellizzara, a Petralia Soprana, si è appena concluso, con interessanti risultati sulla storia delle Madonie durante il periodo romano.

La campagna di quest'anno, diretta da Rosa Maria Cucco, archeologa della Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo, è stata realizzata ancora una volta grazie al contributo dell'Associazione culturale Gaetano Messineo, che opera nel nome dell'illustre archeologo madonita prematuramente scomparso, al quale si devono ricondurre i primi scavi sistematici dell'area, sin dal 2008. Con l’associazione è stata anche sottoscritta una convenzione.

La ricerca, che quest'anno si è concentrata sul settore occidentale del portico colonnato, ha permesso di datare la fondazione della villa tra il I secolo a.C. e il I sec. d.C., ovvero all'età di Cesare Ottaviano Augusto, facendo attribuire gli sporadici rinvenimenti di età ellenistica ad un insediamento preesistente di dimensioni più ridotte.

Molto interessanti anche i dati preliminari emersi dall'analisi dei reperti ossei di animali che erano stati recuperati nelle precedenti campagne di scavo e che sono stati resi noti nel corso di una conferenza. Resti che sono stati identificati come appartenenti ad animali domestici e da allevamento (ovicaprini, bovini, suini), di equini e di cane e, tra gli animali selvatici, il cervo.
L'archeozoologo Vito Giuseppe Prillo, che ha analizzato i resti faunistici ha, inoltre, individuato ossi lavorati, che lasciano ipotizzare la presenza nella villa di un'officina per la lavorazione e trasformazione dell'osso.

«È stato un anno molto fruttuoso per le scoperte archeologiche svolte in tutta la Sicilia. Le Madonie – evidenzia l'assessore regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà – sono state teatro di numerose campagne di scavi che ci hanno consegnato importanti tasselli utili a ricostruire la storia del territorio. Quando si parla di scavi , in terra o in mare, è importante sottolineare il ruolo svolto dalle amministrazioni comunali e dai privati. E in questo caso è impossibile non ricordare il prezioso ruolo svolto da Gaetano Messineo, l'archeologo madonita che portò a termine le prime ricerche con il patrocinio dell'Università, della Soprintendenza di Palermo e la partecipazione di un gruppo di studenti dell'Aquila».

«Anche nel caso di Santa Marina - dice Selima Giuliano, Soprintendente di Palermo - la Soprintendenza ha sostenuto un ambito di ricerca che aiuta a comprendere e valorizzare la storia e le tradizioni culturali del territorio. È stato un anno molto fruttuoso per le scoperte archeologiche sulle Madonie e questo anche per la collaborazione costante con i Comuni e le associazioni culturali che operano nel comprensorio».

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