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Palermo, il cunto e i pupi sposano la musica barocca e l'animazione digitale

«La leggenda di Orlando: battaglie, amore e follia» è il risultato di uno studio trasversale volto a coniugare diverse discipline

«La leggenda di Orlando: battaglie, amore e follia» è il nome dello spettacolo che nato dalla collaborazione tra l’associazione MusicaMente e la Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti, andrà in scena a Palermo il 15 settembre, alle 21.30, nel cortile del Museo di arte moderna e contemporanea (in replica anche il 16 settembre), nell’ambito della seconda edizione di Settembre al Riso, rassegna promossa dall’assessorato regionale ai Beni culturali, voluta dall’assessore Alberto Samonà in collaborazione con il Museo Riso e CoopCulture.

I protagonisti

Uno spettacolo che nasce da un progetto dell’associazione MusicaMente di Palermo, con l’Arianna Art Ensemble, Maurizio Majorana, attore e cuntista, per la regia di Fabrizio Lupo.
Ideato da Paolo Rigano, questo spettacolo è il risultato di uno studio trasversale volto a coniugare diverse discipline e si può considerare un’ipotesi di sviluppo dell’antica tradizione dell'opera dei pupi e del cunto, confrontando queste arti con la musica barocca e l’animazione digitale.

La messa in scena è di Fabrizio Lupo, la drammaturgia e narrazione di Maurizio Maiorana. Compongono l’Arianna Art Ensemble Giorgio Chinnici alla viola, Raffaele Nicoletti, violino, Riccardo Palumbo al violoncello, Alessandro Nasello al flauto e fagotto, Cinzia Guarino al clavicembalo, Paolo Rigano arciliuto, chitarra barocca e oud, Marco Lo Cicero al contrabbasso. L’animazione delle marionette è a cura di Emilia Guagliardotto e Gabriele Genova. Il fondale di scena è stato realizzato da Alessia D'Amico e Grazia Inserillo. Mixer video di Serena Pantaleo e mixer luci di Vincenzo Cannioto.

La trama

La trama: le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto si sono spesso ritrovate sulle scene dell’opera barocca. L’intricata rete di amori, follie, incantesimi e fughe tessute dall’Ariosto offriva ai compositori una perfetta occasione per mettere in scena quegli affetti teorizzati nel 1650 dal gesuita Athanasius Kircher. Per suggestionare ed influenzare l’uditore, la musica barocca, non solamente quella vocale, sceglie di ricorrere ad un linguaggio codificato e complesso che per ogni affetto prevede una soluzione: le arie si dividono così in arie di follia, di furore, pastorali. Tutti elementi che dal sogno alla follia all’amore al ritiro pastorale, l’Orlando furioso offre in abbondanza, fornendo agli indispensabili fuochi d’artificio vocali dei virtuosi il combustibile di una forte motivazione drammatica. Ecco le scene barocche affollarsi di Orlandi, Alcine, Ginevre di Scozia, Ariodanti. Allo stesso modo nella Sicilia dell’Ottocento e del Novecento la narrativa cavalleresca, in particolare l’Orlando furioso, diviene il tema principale dei contastorie e dell’opera dei pupi. Le strategie di declamazione del cunto seguono una codificazione che può essere paragonata a quella delle pratiche compositive della musica barocca, e anche in questo caso il fine principale è l’affetto: una comunicazione immediata e inequivocabile delle emozioni dei personaggi, che si imprima fortemente nel pubblico spingendolo a una reazione di viscerale identificazione.

Le musiche

Per questo spettacolo Paolo Rigano ha scelto di accostare alcuni brani strumentali di Antonio Vivaldi agli episodi del cunto: così la scena della battaglia tra musulmani e cristiani è accompagnata dalle strappate degli archi della Sinfonia RV 116, l’amore non corrisposto di Orlando per Angelica dall’Adagio del Concerto per flautino RV 443, infine la follia di Orlando dalle variazioni sul tema della Follia. Con un ensemble di affermati musicisti siciliani ed il cuntista Maurizio Maiorana, musica barocca e cunto si incontrano nella figura di Orlando, eroe innamorato e furioso, incarnazione della varietà degli affetti e simbolo di una Sicilia profondamente barocca.

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