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Palermo, no a Gigi D’Alessio. Il cantante: ecco la mia verità

PALERMO. «Sono maleducati». Gigi D’Alessio taglia corto, il no del Comune gli brucia parecchio, anche perché Palermo era nel suo cuore.

E così il suo capodanno sarà in mezzo ai terremotati.

Era stato proprio il cantante a proporre al Comune, il Capodanno, il «suo» Capodanno, seguito in mondovisione su Canale5.

Ma il Comune ha detto no, dopo diversi sopralluoghi, sms del sindaco e contatti con l’assessorato. Carte non ne erano state firmate, ma al Sud vale la parola.

E D’Alessio spiega di averne una sola.

Il suo concerto ormai sarà a Civitanova Marche, tra gli sfollati: non è un ripiego, sia ben chiaro, anche perché i primi contatti con il sindaco Orlando, risalgono a mesi prima del terremoto.

Il Comune dal canto suo, si affida ad uno scarno comunicato e annuncia di voler procedere con un avviso pubblico: insomma, bastava dirlo dall’inizio. Ma Gigi D’Alessio non ci sta a passare per uno che voleva speculare sui grandi numeri.

«Il desiderio di venire a Palermo è sempre stato sempre e solo mio – spiega il cantante - “D’Alessio&Friends” ha esordito due anni fa a Napoli, poi è andato in Puglia e quest’anno volevamo venire in Sicilia. Perché al Sud non arriva mai nulla, i grandi nomi si fermano a Roma. Il format è mio, Mediaset accetta le mie decisioni su dove farlo».

Vediamo allora com’è andata.

Gigi D’Alessio scorre gli sms sul telefonino. “I primi messaggi a Leoluca Orlando sono della primavera: gli ho proposto il Capodanno e lui era felicissimo. E me lo ha ridetto quando sono arrivato ad agosto: un sms prima del concerto, «merda merda merda» e io ho risposto, «guarda che dai tuoi uffici non ho saputo più nulla».

Lui si è meravigliato, «pensavo fosse già tutto a posto, mi ha detto, stasera ti mando l’assessore. Al mio concerto è venuto Andrea Cusumano che mi conferma il concerto».

Siamo ad agosto, l’accordo è ormai chiuso, D’Alessio manda a Palermo Giampiero Tramice, suo direttore organizzativo: a carico del Comune ci sono 200 mila euro, ma tra artisti presenti, servizi sul territorio e indotto, ribalta tv, Palermo avrebbe guadagnato molto di più.

Inoltre, come già a Napoli e in Puglia, ci sarebbe stata una raccolta fondi a favore di una struttura disagiata della città.

«Nei due precedenti concerti abbiamo raccolto 100 mila euro a volta, soldi che sarebbero rimasti a Palermo – continua Gigi D’Alessio -. Dopo un primo sopralluogo, mi offrono il Foro Italico perché a piazza Politeama ci sono i lavori; scende anche lo staff Mediaset, il Comune chiede di aprire il concerto agli artisti palermitani. Noi non siamo colonizzatori, e accettiamo con piacere. Quindici giorni fa chiediamo finalmente il famoso pezzo di carta: nessuna risposta, mando l’ennesimo sms a Orlando, idem. Poi la doccia fredda, il Comune sceglie la strada del bando pubblico. «Ma che gara devi fare? Con chi? Mediaset ce l’abbiamo solo noi. La Rai va in Basilicata, Roma e Milano non hanno il concerto, Palermo sarebbe stata «il capodanno italiano. Avrei tutti i presupposti per fare causa e chiedere i danni – è amaro Gigi D’Alessio - Ma se so che ogni euro che tolgo al Comune, lo tolgo anche ai palermitani. Farò il mio concerto tra gli sfollati del terremoto, a Civitanova Marche e che nessuno parli di ripiego. Sono felice di essere tra loro, e arriverò con tanti colleghi, anche loro fieri di esserci».

 

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