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Dieci anni al boss della Noce designato col bacio, stangata al clan

ll giudice per l’udienza preliminare Ermelinda Marfia ha condannato cinque imputati accusati di essere affiliati al clan mafioso della Noce a Palermo e arrestati nell’operazione Padronanza della squadra mobile del giugno del 2020.

I condannati dal gup con il rito abbreviato sono Girolamo Albamonte a 8 anni, Salvatore Alfano a 10 anni e 8 mesi, Angelo De Luca a 9 anni e 2 mesi, Francesco Di Filippo a 10 anni e 4 mesi, Nicolò Zarcone a 8 anni.

Sono stati assolti Baldassare Migliore, era accusato di danneggiamento, Giuseppe Carella, era accusato di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, Vincenzo Runfolo, rispondeva di tentata estorsione, Alfonso Siino, che era accusato di intestazione fittizia di beni. Migliore, Carella e Siino erano difesi dall’avvocato Tommaso De Lisi. Altri imputati hanno scelto il rito ordinario e vengono giudicati a parte. Le indagini erano state coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Vincenzo Amico e Giovanni Antoci. Svelò che dopo l’arresto di Giovanni Nicoletti il bastone del comando sarebbe finito, secondo i magistrati, nelle mani di Alfano. L’investitura sarebbe arrivata dal boss della cupola Settimo Mineo con un bacio sulla bocca nel maggio 2018, quando l’anziano capomafia di Pagliarelli , secondo i magistrati, si apprestava a presiedere la nuova commissione provinciale di Cosa Nostra.

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