È stato davanti al cippo commemorativo dedicato al generale Dalla Chiesa che i bambini dei quartieri Cassaro, Ballaró, Danisinni, Alberghiera e Capo di Palermo hanno deposto un omaggio floreale i cui colori ricordano quelli dell'arcobaleno.
"Anche quest'anno per la quinta volta, perpetrando una tradizione che è nata da una singolare esperienza di cittadinanza attiva, ci ritroviamo attorno a questa lapide intitolata al prefetto della repubblica generale Carlo Alberto Dalla Chiesa", esordisce il coordinatore della festa dell'onestà Francesco Lombardo.
"Lo facciamo in circostanze inedite, in una forma più intima e familiare: non siamo 10 mila come nel 2016, siamo pochi ma consapevoli di rappresentare tutti quegli amici e palermitani che hanno condiviso in ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa questo messaggio di speranza: siamo pochi per il buon senso e l'amore per la legge che sublima la parola onestà".
Successivamente è l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, a ricercare il senso della riunione: "La festa dell'onestà vuole in fondo dirci: rimaniamo umani, prendiamoci cura di altri uomini, solo così saremo felici, perché non prevalga il male", dice l'arcivescovo, "è questo l' augurio che parte dall'ennesima bella festa dell'onestà del Cassaro alto".
"Il cambiamento culturale di questa città avrebbe reso felice Dalla Chiesa," dichiara poi il sindaco Leoluca Orlando, "oggi si può dire i nostri carabinieri, oggi si può dire la nostra Palermo. Negli anni 80 i carabinieri erano di pochi, la città era considerata asfalto e cemento, non persone. Siamo la città in cui più a lungo Dalla Chiesa ha operato, ecco perché ci viene facile dire che anche lui è palermitano", conclude.
Foto di Virginia Cataldi.
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