Un summit di un'ora a Misilmeri documentato interamente dalle microspie. Ecco le foto che raccontano il vertice di mafia, organizzato tre anni fa esatti dal reggente Salvatore Sciarabba a casa di Carlo Noto, imbianchino, incensurato, destinatario anche lui di un'ordinanza di carcerazione ma sfuggito all'arresto perché da un anno vive negli Usa.
È il 27 maggio del 2017. Dalle immagini si vede Sciarabba che esce di casa, sale a bordo della macchina guidata da Domenico Nicolla, e insieme raggiungono il luogo della riunione, intorno alle 9 del mattino.
Il summit è stato intercettato dai carabinieri che hanno registrato le conversazioni del boss con gli altri partecipanti. Dai dialoghi emerge il ruolo di primo piano di Sciarabba, che si occupava di tutte le questioni del clan: come la necessità di ostacolare un imprenditore edile che forniva il cemento nel comune di Bolognetta senza il permesso di Cosa nostra. Nel corso della riunione il boss decise come risolvere la questione: Stefano Polizzi, al vertice della famiglia mafiosa di Bolognetta, impedì fisicamente ai camion dell'imprenditore di entrare sia nel territorio controllato dalla cosca che in quello del Comune di Marineo, facendo in modo che, da quel momento in avanti, le imprese si rivolgessero ad altre aziende per la fornitura del cemento.
Come emerge dalle intercettazioni, Sciarabba avrebbe anche mostrato comprensione nella richiesta del pizzo a un fornaio che aveva subìto un grave lutto familiare, rinunciando a vessarlo. I carabinieri hanno anche accertato che Nocilla, dopo aver chiesto l'autorizzazione a Sciarabba, avrebbe rilevato un negozio per farci lavorare i figli.
Durante il summit sarebbe arrivata anche la proposta di Nocilla di tentare di infiltrarsi nell'amministrazione comunale inserendo una persona di fiducia del clan in una lista civica, slegata dalle logiche di partito, da candidare alle elezioni amministratrive.
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