Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Mafia a Palermo, condanne per 3 secoli al processo Panta Rei: nomi e foto

Paolo Calcagno
Teresa Marino
Alessandro Bronte
Pietro Catalano
Tommaso Catalano
Carmelo D’Amico
Salvatore David
Francesco Paolo Desio
Giuseppe Di Cara
Pasquale Di Salvo
Nunzio La Torre
Francesco Paolo Lo Iacono
Andrea Militello
Salvatore Mulè
Giampiero Pitarresi
Massimiliano Restivo
Giuseppe Ruggeri
Antonino Salerno
Domenico Tantillo
Giuseppe Tantillo
Antonino Giuseppe Maria Virruso
Antonino Abbate
Salvatore Ingrassia
Bartolomeo Militello
Vincenzo Vullo
Francesco Terranova
Gaspare Parisi
Rocco Marsalone

Condanne complessive di circa tre secoli di carcere per 32 dei 37 imputati al processo «Panta rei», contro le cosche del mandamento cittadino di Porta Nuova e dei comuni di Bagheria e Villabate. (In questa gallery i nomi e le foto dei condannati). La sentenza della quarta sezione della Corte d’Appello di Palermo è arrivata dopo 4 giorni di camera di consiglio. Ha retto l'impianto accusatorio, elevate le pene del collegio presieduto da Mario Fontana. L'inchiesta ricostruì la mappa del pizzo in diverse zone della città e gli assetti di vertice delle famiglia del Borgo Vecchio, Villabate e Bagheria. L'accusa nei confronti degli imputati era associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, danneggiamento e traffico di droga. Dalle indagini venne fuori l'intensa attività del racket che non risparmiava bar, imprese, negozi. In alcuni casi i supermercati pagavano anche somme aggiuntive per le festività di Natale e Pasqua. Un ruolo di primo piano lo aveva Teresa Marino, moglie del boss Tommaso Lo Presti, condannata a 10 anni e 8 mesi. Sarebbe stata lei a gestire il denaro per le famiglie dei carcerati. Tra i condannati ci sono anche Domenico e Giuseppe Tantillo, ritenuti capimafia del Borgo Vecchio condannati rispettivamente a 16 e 5 anni di carcere. Giuseppe ora collabora con i pm, tanto che le sue dichiarazioni hanno confermato l'impianto accusatorio. I giudici, per aumentare gli anni di carcere, hanno applicato anche il meccanismo della continuazione. I due che si sono visti riconoscere colpevoli di ulteriori reati, così come richiesto dal pg Rita Fulantelli, sono Giuseppe Ruggeri, che passa da 3 anni a 12 anni, e Salvatore David, che «sale» da 4 anni e 8 mesi a 11 anni. Gli assolti sono Massimo Monti, Giuseppe Di Giovanni, Gaetano Tinnirello, Giuseppe Bucaro e Mario Sciortino. In ordine alfabetico, ecco come i giudici hanno valutato le singole posizioni: 6 anni ad Antonino Abbate (gli viene solo ridotta la multa); Alessandro Bronte da 12 anni passa a 11 anni, 6 mesi e 20 giorni; un anno a Maria Rosa Butera (erano stati 2 in primo grado, risponde di favoreggiamento e i giudici le hanno tolto l'aggravante dell'agevolazione di Cosa nostra); Paolo Calcagno da 14 anni passa a 15 e 4 mesi; Pietro Catalano da 8 anni scende a 4 e 8 mesi; Tommaso Catalano da 6 anni sale a 7 e 8 mesi; pure Carmelo D'Amico passa da 10 a 11 anni e 4 mesi e Salvatore David da 8 a 11, così come Francesco Paolo Desio; Giuseppe Di Cara da 8 a 12; Pasquale Di Salvo, ex pentito, ha un aumento minimo: da 5 anni e 4 mesi scende a 5 e mezzo; Salvatore Ingrassia passa da 8 a 16 anni e 10 mesi; Nunzio La Torre ieri ha avuto 7 anni (8 davanti al Gup); Francesco Paolo Lo Iacono 10 anni e 8 mesi ieri, 12 in primo grado; Teresa Marino scende da 14 anni a 10 anni e 8 mesi; riduzione di pochi mesi per Rocco Marsalone, che ha avuto 11 anni e 8 mesi (erano 12); Angelo Mendola 6 anni, come davanti al Gup, ma gli viene ridotta la multa; Andrea Militello 2 anni e 4 mesi (4 anni), pena considerata interamente espiata, ordinata la scarcerazione; Bartolomeo Militello scende da 13 anni e 4 mesi a 11; Giuseppe Minardi sconterà 5 anni e non 6; Salvatore Mulè sale da 8 anni a 13 e 4 mesi; Gaspare Parisi da 6 a 13 anni e mezzo; invariata la pena di Giampiero Pitarresi: 14 anni; per il pentito Massimiliano Restivo non più 8 anni ma 4 e 8 mesi; Giuseppe Ruggeri da 3 a 12; Antonino Salerno da 6 a 5 anni; Ludovico Scurato da 6 anni a 5 e 4 mesi; la pena di Domenico Tantillo aumenta da 14 a 16 anni; il fratello Giuseppe Tantillo, oggi collaboratore di giustizia, da 5 anni e 4 mesi ottiene una riduzione a 5 anni; Francesco Terranova da 6 anni a 5 anni e 4 mesi; Giuseppe Antonino Maria Virruso passa da 8 a 11 anni; Vincenzo Vullo da 6 a 9 anni. Accolto l'appello presentato dagli avvocati di parte civile Francesco Cutraro ed Ettore Barcellona, legali del Centro Pio La Torre, dei Comuni di Villabate e Casteldaccia, di Sicindustria e della ditta Calì car. I Comuni non erano stati riconosciuti come parti lese, da qui l'appello dei due avvocati. Mentre alla Calì car non era stata liquidata la provvisionale che invece ora è stata determinata in 10mila euro.

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