Ricostruire il rapporto tra la pubblica amministrazione e la città. Siglare una vera e propria alleanza tra tutte le anime di Palermo per portarla fuori dalla crisi che la sta risucchiando. È da qui che stamattina, presso la sede di via XX Settembre, gli industriali palermitani hanno fatto partire il confronto con i candidati sindaco della quinta città d’Italia per popolazione e per estensione ma novantacinquesima per vivibilità. Un dibattito serrato che ha coinvolto tutte le sezioni merceologiche rappresentate dall’associazione e che culminerà in un documento di analisi e proposte che Sicindustria Palermo consegnerà al nuovo sindaco della città metropolitana.
“La chiusura ideologica verso il mondo dell’impresa – ha esordito il presidente degli industriali, Giuseppe Russello – ha portato ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti: casse del Comune vuote; sviluppo bloccato e non certo a causa del conflitto in Ucraina; strade colabrodo che nessuno ripara; spazzatura ovunque e una discarica in continua emergenza; aziende partecipate alla canna del gas; giovani che emigrano; morti che non trovano pace e imprese costrette ad atti di eroismo per andare avanti”.
La domanda principale che gli imprenditori hanno posto ai candidati è quindi questa: “C’è la volontà di superare l’atteggiamento anti-impresa che ha prodotto tutto ciò e siglare un patto per Palermo, una vera e propria alleanza tra tutte le anime della città capaci di dare un contributo allo sviluppo economico e sociale?”. “Non possiamo immaginare ancora – ha aggiunto Russello – che l’asfalto venga depositato col secchiello. Abbiamo bisogno di una amministrazione capace di rivolgersi a chi i lavori li sappia fare per davvero. Noi non difendiamo le imprese palermitane in quanto tali. Difendiamo il mercato che fa da regolatore garantendo i migliori servizi ai costi più competitivi. Chiediamo quindi che si facciano gare al livello europeo e che la pubblica amministrazione fissi le soglie che ritiene opportune, chieda le fidejussioni più stringenti, stabilisca le penali per chi non rispetta i contratti. Poi, però, lasci spazio alle imprese”.
Le 5 priorità di Sicindustria Palermo
Riscossione dei tributi: l’evasione oltre a danneggiare l’amministrazione comunale creando voragini nelle entrate e dissesti nel bilancio, danneggia principalmente i cittadini e le imprese che pagano le imposte e che patiscono, per colpa dell’inefficienza della pubblica amministrazione, una concorrenza sleale da parte di chi non le paga. Non diremo mai che pagare le tasse è bello, ma diremo che pagare le tasse è necessario e se tutti pagano, paghiamo tutti meno. Senza una efficiente riscossione dei tributi, parlare di risanamento è un bluff che ha purtroppo le ore contate.
Burocrazia: urge un piano immediato di riqualificazione meritocratica e non politica nei ruoli chiave. Competenza, responsabilità, capacità di comando e di visione, coraggio nella gestione delle firme e rapidità nel recuperare il controllo di produttività degli uffici. Snodo centrale per le imprese è il Suap, Sportello unico delle attività produttive, che dovrebbe diventare il vero e unico canale di interazione tra le imprese, i progetti e gli investimenti da attrarre e sviluppare nel territorio. Un vero snodo agile, veloce e risolutivo capace di garantire certezze nei tempi, delle aree pronte o fattibili, dei finanziamenti captabili, delle autorizzazioni da sbloccare con velocità e responsabilizzazione dei dirigenti, per produrre immediate relazioni tra investitori e opportunità territoriali con partnership, contatti, filiere. Insomma tutto ciò che renda appetibile fare impresa nella provincia di Palermo.
Palermo attrattiva. Una città che non offre qualità nei servizi essenziali, nell’equilibrio stabile dei propri conti, nell’efficienza della macchina amministrativa non è attrattiva per gli investitori, i visitatori, per gli stessi cittadini. Sviluppo, crescita e occupazione necessitano di una città attraente. Oggi Palermo è agli ultimi posti in Italia come performance delle reti di trasporto; le aree industriali sono totalmente disconnesse dal tessuto metropolitano e l’immagine della città è fortemente compromessa dallo stato di degrado che accoglie i visitatori. Gli investimenti, con il benessere sociale che ne deriva, si materializzano dove le Istituzioni operano per sostenere chi rischia e investe e per questo occorre puntare in modo serio e trasversale sulla competitività del territorio.
Alleanza per la città. L’emergenza richiede alleanze e compattezza di tutte le parti sociali rispetto a un’azione comune di responsabilità civica. Il nemico non è l’impresa. Dobbiamo fare squadra, ciascuno con le proprie competenze e i propri ruoli, senza ingerenze di campo. In quest’ottica risulta fondamentale la relazione tra Comune, imprese e Università quale fattore di competitività che può potenziare le performance della città e aumentare le chance reputazionali di qualsiasi partnership combinata tra ricerca, formazione, territorio e capitali privati.
Marketing territoriale, turismo, attrazione eventi. Palermo è un’area di primaria attrazione internazionale per il turismo. Come città d’arte ha una forte vocazione imprenditoriale per l’ospitalità e l’accoglienza. Eppure mancano impianti e spazi che siano in grado di ospitare grandi eventi. In quest’ultimo decennio il recupero del Castello a Mare ha supplito nel periodo estivo alla mancanza di spazi. Ma non basta. Il Velodromo “Paolo Borsellino” è inagibile, il Palazzetto dello Sport chiuso e fermo da 15 anni, i palazzetti o lo stadio delle palme “Vito Schifani” alle prese con mille disservizi, la Fiera del Mediterraneo nell’abbandono. È necessario intervenire con una potente azione di riqualificazione e di marketing territoriale capace di sfruttare le potenzialità geografiche, logistiche e turistiche della città.
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