Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il giorno di Rosalia a Palermo, la salita al santuario in cerca di grazia

Folla di fedeli nell’acchianata notturna a Monte Pellegrino. Così i festeggiamenti per i 400 anni dal ritrovamento delle spoglie della santa

«Viva Santa Rusulìa». È questo il leitmotiv che ha accompagnato la città in questo lungo anno giubilare, per il quarto centenario del rinvenimento delle spoglie mortali di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, seguite dalla liberazione dal flagello della peste.

Scarpe da ginnastica, vestiti comodi, zaino in spalla e borraccia piena d’acqua, tanti fedeli hanno raggiunto ieri le falde di Monte Pellegrino, per recarsi a piedi dalla Santuzza, in questo primo appuntamento con l’«acchianata», che continuerà oggi - giorno di Santa Rosalia - e nei giorni a seguire di questo mese.

Un rito che si ripete ormai da secoli, che ha visto tanti ciottoli consumati dalla moltitudine di pellegrini che hanno voluto raggiungere a piedi, spesso con lacrime di dolore, il «sacro monte», per chiedere una grazia personale alla Santa. Un cammino che porta anche all’incontro con «i fratelli e le sorelle che vediamo lungo la salita - ha detto l’arcivescovo Corrado Lorefice - e lungo il cammino dobbiamo portare in dono l’esempio della nostra fede, speranza e carità, perché tutti insieme, residenti e pellegrini, possiamo arricchirci nella mutua edificazione. Lasciamoci coinvolgere lungo la salita dal coraggio di Rosalia e dal suo cuore. Lei che ha avuto cuore nelle scelte che ha fatto, che ha avuto cuore nel silenzio della sua esistenza, che ha avuto cuore perché generata dall’Amore di Cristo».

Ci sono tante storie che è facile intercettare nel bisbigliare delle persone che attendono di salire, una tra queste è sicuramente quella della signora Pietra Termini e del marito Giuseppe Misseri. Vestita da Santuzza, lei racconta la storia emozionante di un miracolo, di una guarigione. «All’età di 10 anni – dice – ho avuto un ascesso cerebrale. All’inizio ho sofferto tanto, sono stata portata in ospedale, ho subito un intervento che però non dava alcuna sicurezza sul futuro della mia vita. Ero a rischio. Mia nonna, che portava il mio stesso nome, ha fatto un voto a Santa Rosalia, dopo il secondo intervento sono riuscita a salire a Monte Pellegrino con le mie gambe. Poi però ho avuto una ricaduta e quindi spero di poterlo fare di nuovo il percorso a piedi il prossimo anno».

Il signor Giuseppe, il marito, scopre di avere un tumore al polmone, incurabile: «Il giorno prima dell’operazione - spiega - tra lacrime e disperazione guardai verso la nostra amata montagna e chiesi perché proprio a me. Il giorno dopo mi hanno tolto mezzo polmone, sono certo che la Santuzza mi abbia ascoltato, adesso infatti sono qui, e da cinque anni faccio l’acchianata con la speranza che l’anno prossimo accanto a me possa venire anche mia moglie».

Storie emozionanti che si intrecciano con le tante persone che hanno atteso monsignor Lorefice per pregare in silenzio le meditazioni che hanno avuto come centro la vita di Santa Rosalia, dalla nascita alla corte reale alla contemplazione del 15 Luglio 1624, giorno del ritrovamento sul Monte del corpo della santa e il suo passaggio processionale in città, che per misericordia di Dio e intercessione della Santuzza ha ottenuto la liberazione dalla peste.

 

 

Digital Edition
Dal Giornale di Sicilia in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia