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Promuovere i diritti con l’arte, un confronto senza barriere all'istituto dei ciechi di Palermo

Per dieci giorni, fino a sabato prossimo, giovani under 30 partecipano al progetto di interscambio Paint for Freedom

Si confrontano sulle strategie di promozione dei diritti, della pace e della partecipazione democratica giovanile in Italia e nel mondo, attraverso le arti e la creatività all’istituto dei ciechi Florio - Salamone. Per dieci giorni, fino a sabato prossimo, giovani under 30 partecipano al progetto di interscambio Paint for Freedom, che coinvolge - oltre all’organizzazione palermitana - anche Amigos de Europa dalla Spagna, Aldic dal Lussemburgo e Youth Id dalla Francia. Il programma è ideato e diretto per Raizes da Francesco Campolo e fa ricorso alle arti, alla pittura e al teatro per disegnare democrazia e pace nel mondo.

Le sessioni di lavoro saranno dedicate all’analisi delle più pressanti sfide contemporanee sui diritti umani e per una pace stabile. Gli incontri - facilitati da Marco Romano, uno dei responsabili del progetto - stimoleranno i partecipanti allo studio delle storie di vita quotidiana che presentano un vulnus per la protezione dei diritti fondamentali, sugli strumenti necessari a produrre un cambiamento, sulla individuazione degli interlocutori che possono favorirlo.

Il programma è fitto di visite della città, con particolare riguardo per il percorso arabo normanno, e di incontri con artisti locali: tra questi, la famiglia Argento, che terrà un atelier sulla creazione dei pupi siciliani, il fotografo Angelo Contorno e il restauratore Francesco Bertolino.

Nel corso del progetto, sotto la guida di Francesco Campolo, i partecipanti creeranno una performance che sarà presentata venerdì al Giardino dei Giusti della città per l’apertura dell’Alloro Fest. La performance mescolerà diverse espressività artistiche, tra cui la pittura, la musica e il teatro.
«L’obiettivo del progetto è quello di formare un gruppo solido di artisti europei che diventino agenti di cambiamento e influenzino le nuove generazioni attraverso l'arte - spiega Francesco Campolo -. Utilizziamo attività creative per sviluppare competenze, senso di responsabilità ed empatia. Attraverso l'espressione artistica cerchiamo di promuovere una comprensione profonda dei diritti e dell'impatto dell’arte nella costruzione comunitaria. Ci aspettiamo di amplificare le voci dei giovani affinché possano continuare a essere catalizzatori di cambiamento anche dopo la fine del progetto».

L’istituto dei ciechi Florio-Salamone, presieduto dall’avvocato Tommaso Di Gesaro, ha scelto di ospitare nella sede di via Angiò il gruppo di ragazzi provenienti da diversi Paesi europei e coinvolti nel progetto. «Del gruppo fanno parte sei ragazzi non vedenti, utenti dell’istituto - afferma Di Gesaro - e certamente potranno vivere una l’esperienza di inclusione che non dimenticheranno mai. L’istituto è grato agli organizzatori per aver pensato ai nostri ragazzi coinvolgendoli in questa significativa iniziativa di solidarietà e di amicizia. Le porte del nostro istituto sono sempre aperte a questo tipo di iniziative, sopratutto quando i protagonisti sono i giovani perché così si crea vera e concreta inclusione».

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