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La festa della polizia a Palermo: «Sempre impegnati per la sicurezza della città contro la malamovida»

La polizia di Stato festeggia 172 anni nell’abbraccio della città. Questa mattina (mercoledì 10 aprile) piazza Castelnuovo e il teatro Politeama hanno ospitato la manifestazione, raccogliendo cittadini, scuole e autorità, che si sono strette intorno agli uomini e alle donne in divisa per onorarne il lavoro svolto quotidianamente per le strade del capoluogo. Gli stand del reparto della scientifica, del quarto reparto Volo e dell’XI reparto Mobile sono stati affollati da centinaia di persone, incuriosite dalle dimostrazioni, mentre all’interno del teatro venivano premiati i poliziotti che negli anni si sono distinti per le loro azioni.

Riconoscimenti consegnati dal questore Vito Calvino tra gli applausi delle più alte cariche ciivli e militari tra cui il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco Roberto Lagalla, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il presidente del Consiglio comunale Giulio Tantillo, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, il procuratore generale Lia Sava, il presidente della Corte d’Appello Matteo Frasca, il presidente del tribunale Piergiorgio Morosini, il procuratore del tribunale dei minori Claudia Caramanna, il prefetto Massimo Mariani, il comandante della polizia municipale Angelo Colucciello, il Generale di divisione e Comandante della legione carabinieri Sicilia Giuseppe Spina, il Generale di brigata e comandante della guardia di finanza della provincia di Palermo Domenico Napolitano, il generale di divisione e comandante regionale della guardia di finanza Cosimo di Gesù, il comandante dei vigili del fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra. Le celebrazioni hanno avuto inizio con la lettura della lettera inviata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha evidenziato «la passione e il rigore etico» e la «vicinanza ai cittadini e la fedeltà ai valori costituzionali».

Nella lettera, il presidente ha poi fatto riferimento «al delicato impegno posto nel garantire l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero - si legge - unitamente all’incolumità delle persone e alla tutela dei beni, in una corretta gestione dell’ordine pubblico».

Ringraziamenti arrivati anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha messo in evidenza «il coraggio la professionalità e dedizione esemplari - si legge nella lettera - affrontando sfide sempre nuove ed inedite per affermare la legalità e consentire una serena convivenza civile, nonostante le tante difficoltà ed insidie che rendono spesso arduo il vostro compito». A prendere la parola poi il questore Calvino, che ha ringraziato in particolare i ragazzi delle scuole con cui prosegue la sinergia. Calvino ha sottolineato come «una risposta efficace alla domanda di sicurezza non può prescindere dal confronto e dal rapporto fiduciario che è necessario instaurare con i cittadini, per intercettarne le aspettative e i motivi di preoccupazione».

Parole che via via si sono calate negli episodi più recenti della malamovida, che ha mietuto ben due vittime. «Qualcosa di abnorme, inaccettabile - ha detto il questore - gli interventi successivi rischiano di essere solamente un anestetico per un male la cui soluzione deve essere ricercata in ben altre azioni. Non è possibile delegare alle sole forze di polizia il compito di risolvere la degenerazione di questo fenomeno. Anche in questo caso è necessario pretendere un coinvolgimento collettivo di tutte le componenti della società civile».

A seguito dei controlli sulla mala movida, sono stati ben 6 i provvedimenti di sospensione della licenza, per un totale di 117 giorni comminati, «il più delle volte per irregolarità legate al mancato rispetto delle prescrizioni contenute nelle licenze di pubblica sicurezza, oltre che diversi sequestri di locali che ne erano del tutto sprovvisti. Seguire queste regole - prosegue - è indice di rispetto della libertà e dei diritti di tutti». Calvino ha poi acceso i riflettori nuovamente sul fenomeno estorsivo e lo spaccio di stupefacenti, «core business della criminalità organizzata. I recenti gravi fatti di sangue - ha detto - hanno evidenziato un quadro complesso cui è seguita un’immediata risposta investigativa con l’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di numerosi soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi e estorsioni. Il fenomeno estorsivo continua ad essere una delle piaghe di questo capoluogo, costituendo, notoriamente, forma di controllo del territorio di ritenuta influenza. Oggi l’unica strada percorribile è denunciare».

 

Nel video interviste con Lia Sava, procuratore generale di Palermo; Matteo Frasca, presidente Corte d'Appello di Palermo;  Roberto Lagalla sindaco di Palermo e Vito Calvino Questore di Palermo

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