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Armi ad aria compressa? Di libera vendita, ma non innocue: ecco cosa si rischia

Il caso dei giovani che hanno seminato il panico a Borgo Nuovo a Palermo e i precedenti: pochi mesi fa un ragazzo rimase ferito a Licata

Sono considerate armi a «bassa capacità offensiva», ma non sono di certo innocue. Le armi ad aria compressa, come quella di cui erano in possesso alcuni giovani che hanno seminato il panico oggi, martedì 19 dicembre, a Borgo Nuovo, sono di libera vendita, ma fino a una determinata potenza. Il decreto ministeriale 362 del 9 agosto 2001 ne regola l'utilizzo. Non fanno parte delle armi comuni da sparo e la loro potenza si misura in «joule», che indicano l’energia provocata  dalla compressione del gas, quando il proiettile esce dalla canna.

Fino al calibro 4,5 joule la vendita è libera, ma è necessario essere maggiorenni e presentare al momento dell'acquisto un documento valido di riconoscimento. Se la potenza è maggiore, serve il porto d'armi, anche per la detenzione. Ma dove posso essere utilizzate? Di certo non per strada, come è accaduto nelle scorse ore a Palermo. Il regolamento prevede l’uso al poligono o in aree chiuse e protette. Le armi ad aria compressa devono inoltre essere trasportate nell’apposita valigetta per evitare incidenti e tutelare, quindi, anche la pubblica incolumità: basti pensare che sono dotate di due tipi di munizioni.

Si tratta di piombini o di sfere di acciaio con un diametro di quattro millimetri. Munizioni che, se colpiscono un bersaglio umano, superano facilmente il millimetro di profondità della pelle, conficcandosi nell’interno del corpo e richiedendo cure per almeno quindici giorni. Negli ultimi anni si è sempre più diffusa la vendita on line della armi ad aria compressa, ma è vietata, così come la spedizione a domicilio. Cosa si rischia in caso di mancato rispetto delle regole? Anzitutto una sanzione amministrativa che parte da più di mille euro, ma spesso le armi vengono acquistate all'estero e si rischia di portare in Italia oggetti che per la legge italiana non sono né di libera vendita e molto più potenti, in pratica, armi a tutti gli effetti. In questi casi, si rischia un procedimento penale, così come nel caso in cui una persona venga ferita: si rischia l'accusa di lesioni personali.

Risale soltanto a due mesi fa, a Licata, in provincia di Agrigento, il caso di due fratelli che sono stati denunciati con l’accusa di aver colpito un amico con un fucile ad aria compressa. Il giovane è rimasto ferito all’avambraccio sinistro, l'arma era del padre dei due ragazzi, che possedeva anche una pistola ad aria compressa. La vittima è finita all'ospedale ed è stata dimessa dopo più di due settimane.

A Palermo un altro caso lo scorso aprile: in un appartamento al quinto piano di via D’Annunzio, dalle parti di via Libertà, un colpo è stato sparato, dal palazzo di fronte, da un'arma ad aria compressa. Una studentessa si stava truccando in camera da letto quando ha sentito un rumore strano: si è girata e ha visto la porta finestra forata e i vetri all’interno. Per pochi centimetri il proiettile non l’ha colpita prima di finire contro il muro e poi sul pavimento.

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