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La stampa cattolica siciliana risponde al padre di Giulia Cecchettin: «Gesù ha perdonato i suoi carnefici»

L'intervento del presidente regionale Domenico Interdonato per correggere l'interpretazione dell'invocazione fatta sulla Croce

La famiglia di Giulia Cecchettin ai funerali della ragazza

Domenico Interdonato, presidente regionale dell’Ucsi (Associazione cattolica stampa italiana) interviene sul tema del perdono dopo le parole di Gino Cecchettin, il padre della ragazza uccisa dall’ex fidanzata in veneto. «I tanti giorni di attesa - dice -, poi la scoperta della drammatica uccisione della figlia Giulia, lo ha portato a scontrarsi con una “tempesta” di dolore che difficilmente si placherà. Gino Cecchettin lo ha confermato nel suo messaggio letto in chiesa e rilanciato dai media. Nel messaggio ha parlato di perdono, dicendo “Neppure Gesù ha perdonato i carnefici”. Ecco, da giornalista cattolico, da padre e da uomo, capisco e sono vicino all’immenso dolore e allo smarrimento nell’affrontare la disgrazia, ma è giusto ricordare che Gesù sulla croce diceva (Luca 23, 34) “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Quindi Gesù, rivolgendosi al Padre, perdona i suoi carnefici».

L’intervento di Interdonato va oltre: «Concludo - dichiara - evidenziando il ruolo e la responsabilità di noi giornalisti a non lanciare nei titoli un falso storico, perché dobbiamo avere sempre la capacità di tutelare la verità. Infine da padre penso che il percorso di papà Gino verso il perdono al momento sarà lungo».

Perdonare Filippo Turetta, anche secondo Gino Cecchettin, è un obiettivo lontano, almeno fino a che non sarà percorso per intero il cammino doloroso del lutto per la morte di Giulia. Gino Cecchettin, parlando dell’assassino della figlia, ha detto questo: «Il perdono? È una cosa veramente difficile. Neanche Gesù ha perdonato i suoi carnefici, ha chiesto a Dio di farlo». Per poi aggiungere: «Spero che Filippo - si limita a sottolineare - si renda conto di quello che ha fatto».

C’è una terra di confine che al momento, da genitore, non può essere superata. «Un conto è non provare rabbia - ha spiegatoil padre di Giulia - un conto è non provare ira. Il perdono è un passo superiore. Sarà difficile». Papà Gino chiede tempo, giornate dilatate per non pensare al lavoro, per lasciar espandere il dolore trattenuto e nel contempo per sorreggere la famiglia, dedicandosi ai due figli che vivono con lui.

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