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Festa di primavera all'istituto dei ciechi di Palermo: si chiude un percorso tra informatica, musica e sport

Al Florio-Salamone un bilancio positivo al termine dell'anno scolastico. Importante anche la rete tra scuole e famiglie. Oggi una giornata all'insegna del divertimento per tutti i non vedenti

Una festa all’aria aperta, al parco dei suoni dell’istituto dei ciechi Florio-Salamone di Palermo, con tanto di musica e
pic-nic, per salutare la primavera. A conclusione di questo anno scolastico, il bilancio è positivo. Lo testimonia il numero degli iscritti che è aumentato.

“È migliorato il servizio educativo – spiega Giovanna Virga, psicologa dell’istituto -, un servizio che abbraccia tutti gli interessi nella formazione del ragazzo cieco: informatica, inglese, sport e musica. L’iterazione che c’è stata tra l’istituto, le scuole e le famiglie è stata importante. La rete si è rafforzata”. Rete anche tra l’istituto e l’unione dei ciechi e degli ipovedenti. “È la sintesi perfetta tra l’organismo di tipo aziendalistico che eroga servizi e un’associazione che ha un’immagine sociale con 10 mila iscritti in Sicilia – spiega il presidente dell’istituto Florio-Salamone, Tommaso Di Gesaro -. Stiamo ampliando tre settori. In testa l'informatica, alla quale tutti i non vedenti, fin da bambini, devono approcciarsi, perché è l’unico modo per poter poi accedere anche ad una professionalità adeguata. Qui abbiamo un’ottima aula di informatica con Antonio Miciotto con corsi individuali e di gruppo. Poi, lo sport che con il parco dei suoni stiamo promuovendo coinvolgendo i ragazzi. E infine, la musica che, in collaborazione con il conservatorio Scarlatti, permetterà a molti ragazzi non vedenti e ipovedenti di coltivare la loro passione”.

È in corso la costituzione di una società sportiva dilettantistica che porterà il nome dell’istituto. Da settembre chiunque vorrà, potrà iscriversi e all’interno dell’organizzazione scegliere lo sport che più gli piace. “Abbiamo deciso di far venire fuori anche delle carriere sportive per i nostri ragazzi non vedenti e ipovedenti – aggiunge Giovanna Virga -. Al di là del fatto di diventare atleti e che alcuni di loro vincano delle gare, lo sport fa bene, fa crescere, sviluppa competenze e abilità”.

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