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Palermo, mobilitazione sociale contro le mafie: verso l'anniversario della strage di via D'Amelio

Nasce un nuovo movimento fondato dall'ex coordinamento 23 maggio. Corteo ed altre attività discusse tra le tantissime realtà che ogni giorno operano sul territorio e nei quartieri più difficili «per i diritti di tutti e per tutti i diritti»

Una nuova stagione di mobilitazione sociale e di impegno contro le mafie e per i diritti di tutti. Proseguono le tappe di avvicinamento al 19 luglio, giornata di commemorazione per la strage di via D’Amelio dove 31 anni fa il giudice Paolo Borsellino fu ucciso con un’autobomba. Da Moltivolti, noto locale nel cuore del quartiere di Ballarò a Palermo, si riunisce l'ex coordinamento 23 maggio (lo stesso a cui è stato negato l’accesso all’albero Falcone), adesso sciolto, che abbraccia associazioni, sigle sindacali e comitati. E il tema è proprio l’organizzazione che dovrà girare intorno alla data di Borsellino. «L’opzione più probabile, anche se dovrà passare dall’ok di tutte le associazioni e le sigle che stanno con noi - sottolinea Andrea La Torre, studente e fondatore del movimento studentesco Attivamente - è quella di un corteo che dall’albero Falcone termini in via D’Amelio».

Corteo ed altre attività discusse tra le tantissime realtà che ogni giorno operano sul territorio e nei quartieri più difficili «per i diritti di tutti e per tutti i diritti», e che per questo si definiscono antimafia interstazionale: «Un’antimafia che abbraccia tutte le lotte sociali - spiega La Torre - dall’ambientalismo al transfemminismo, all’antifascimo. Guardiamo l’evoluzione della struttura del fenomeno mafioso nei decenni che ci hanno preceduto, pretendendo verità e giustizia. Ma guardiamo anche alla realtà che vive Palermo e la regione». Alla riunione presente anche Mario Ridulfo, segretario Cgil Palermo, che accoglie con entusiasmo questo nuovo movimento, che abbraccia tutti spogliando ognuno di «quel pizzico di protagonismo e recuperiamo quella dimensione del fare - spiega Ridulfo -. Proviamo a recuperare un po' di quella coscienza collettiva assopita da tanti anni di antimafia istituzionale, spesso anche autocelebrativa».

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