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La ballerina di Altofonte con tetraparesi, la sua insegnante: "La carrozzina non è un limite"

Noemi Santoro

Al di là degli aspetti sportivi ed atletici, la danza negli ultimi decenni ha assunto un ruolo anche diverso, essendo utilizzata cioè pure  come forma terapeutica. Perché il movimento e la possibilità di esprimersi attraverso il corpo si è visto essere strumenti importanti nell’integrazione e nella crescita emotiva, sociale ed anche psicologica. La danza dà cioè l’opportunità di creare un ambiente in cui diventa possibile esprimere i propri vissuti corporei ed emotivi.

E la danza sta riscuotendo un ruolo fondamentale nella crescita di Roberta Gandolfo, 22enne che vive ad Altofonte e che soffre da quando è nata di tetra-paresi spastica, una malattia che l’ha costretta a stare su una sedia a rotelle per diversi anni.

Ma la forza e l’impegno, mischiate al talento e alla dedizione, di Roberta, sono tutte azioni stimolate dalla sua insegnante di danza, Noemi Santoro, ballerina molto conosciuta soprattutto nelle danze latino-americane.

"La danza sta aiutando moltissimo Roberta - racconta Noemi -. Dal punto di vista sportivo, cognitivo, psicologico ed educativo. Roberta già da un po’ ha preso coscienza del proprio corpo, del suo spazio e della sua velocità. Insomma, di tutto ciò che riguarda l’attenzione e la conoscenza di sé stessa. Anche sul piano fisico è migliorata tantissimo sotto il profilo muscolare, ha molta più capacità di equilibrio e coordinazione motoria. Ripetendo gli stessi movimenti ha acquisito una notevole coordinazione motoria.
Sul piano psicologico favorisce tantissimo la disciplina, l’allenamento, l’autocontrollo e i suoi stati emotivi. A lei tutte queste cose sono servite tantissimo".

L’utilizzo della carrozzina non è frequente, spiega l’insegnante della scuola di danza ‘The Queen of dance’: "Non la utilizziamo tantissimo. Quando Roberta aveva 10 anni ricordo che mi disse: 'Mi piacerebbe ballare come te'. Io ero molto giovane, non sapevo come poter fare. Le proposi di alzarsi dalla carrozzina e lei non ci pensò un attimo. Utilizza la carrozzina quando deve svolgere lunghi percorsi o quando è più stanca del solito. Io non sto avendo difficoltà ad insegnare in questo modo. Anche perché sto provando a diventare ‘ufficialmente’ maestra di ballo per i ragazzi del settore paralimpico. La carrozzina non è un limite, se si utilizzano bene comandi e azioni, si riesce tranquillamente a far danzare chi è in sedia a rotelle".

Un amore, quello per la danza, che Roberta conserva e custodisce preziosamente nel suo cuore. E che, giorno dopo giorno, alimenta grazie alla sua vocazione e voglia di fare. "È una passione enorme - spiega l’insegnante -. Lei mi vide danzare ad Altofonte, diversi anni fa. Mi disse subito che voleva danzare come me, essere un angelo leggero come me. Da quel momento, da quella frase, non ci separammo più. La danza le è servita tanto. Quando era più piccolina non voleva mangiare da sola, perché nessuno l’aveva mai stimolata. Io con la presa di posizione è capitato che le imponevo certe cose, toccando il tasto della danza lei si convinceva a fare tutto".

Ma anche i momenti di sconforto, come in ogni percorso di crescita e di superamento degli ostacoli, sono presenti. E sono presenti anche durante le lezioni, quando, a volte, mollare tutto può sembrare il percorso più semplice. "I momenti meno belli ci sono spesso, in realtà. Capita che lei, quando è molto stanca, mi dice che certe cose non riesce a farle, non vuole farle. Io però utilizzo sempre un motto: 'io posso farcela'. Se la mente vuole qualcosa, noi riusciamo realmente a fare tutto. Non è sempre facile, però cerco di spronarla ad andare sempre oltre i suoi limiti".

E Noemi Santoro ha sempre cercato di andare oltre, grazie al suo pregevole amore per la danza, che fa il suo ingresso nella vita dell’insegnante quando ha soltanto 4 anni. "Nella mia vita ho fatto sempre e solo questo. Il 2019 è stato il mio anno più importante: ho vinto il campionato italiano di danze latino americane, ho svolto la finale degli europei a Varsavia e la semifinale del mondiale a Mosca. Poi la decisione di dedicarmi ai miei ragazzi. Mi sto impegnando nel progetto dell’insegnamento nel settore paralimpico. Credo molto in questi giovani e voglio dare loro la possibilità di avere un sogno".

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