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Diabete, un palermitano su tre segue poco la terapia

A Palermo e provincia un paziente diabetico su tre (pari al 34%) presenta una bassa aderenza alla terapia prescritta dal medico, cioè segue poco correttamente e ad intermittenza la cura che serve a tenere sotto controllo la glicemia. E un altro 35% ha un'aderenza media.

E' questo il risultato provinciale di "DiaDay 2019", la campagna di monitoraggio gratuito in farmacia organizzata da Federfarma su tutto il territorio nazionale e che ha visto a Palermo e provincia il coinvolgimento di 138 farmacie, nelle quali 333 pazienti diabetici si sono sottoposti a verifica attraverso la compilazione di un questionario. E' emerso, quindi, che il 69% dei pazienti monitorati (sei punti in più del 63% medio nazionale) non rispetta la cura, andando incontro al rischio di peggiorare o di contrarre gravi malattie correlate a questa diffusa patologia. Se si considera che in questa provincia i diabetici noti al Sistema sanitario sono oltre 100mila e che ve ne sono almeno altrettanti che non sanno di esserlo, è facile immaginare le conseguenze di un approccio poco responsabile alle terapie.

L'analisi dei risultati dei questionari consente di tracciare un identikit del palermitano diabetico "distratto": nella maggior parte dei casi ha un'età superiore a 55 anni, vive da solo, soffre di diabete da più di tre anni, non effettua il monitoraggio della glicemia, nel seguire la cura si fa assistere da un parente, dimentica sovente di assumere il farmaco prescritto e, quando lo riprende, accusa disturbi fisici. Viceversa, il 31% di pazienti "responsabili" è composto in prevalenza da pensionati autosufficienti, che si informano sulle caratteristiche del medicinale, lo assumono puntualmente, non dimenticano di portarlo con sé quando escono da casa, non accusano disturbi fisici dopo l'assunzione, non hanno difficoltà a mantenere il piano terapeutico. "Sono indicazioni - spiega Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo-Utifarma e segretario nazionale di Federfarma - che mettiamo a disposizione delle autorità sanitarie affinché valutino attentamente le conseguenze per la collettività sul piano della tutela della salute dei pazienti diabetici e di quello dei costi aggiuntivi che il Servizio sanitario nazionale subisce a causa dell'aggravarsi della patologia".

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