Molti sono venuti dalla Nuova Zelanda, alcuni dagli Stati Uniti, altri dalla Gran Bretagna. Una trentina di persone si sono ritrovate a Cefalù per rievocare un atto di guerra, l'ammaraggio di aerei inglesi durante la seconda guerra mondiale, rivissuto come un incontro di pace. Sono tutti familiari dei piloti e degli equipaggi dei quattro "Swordfish" decollati l'11 novembre 1941 dalla base di Malta per intercettare e colpire navi italiane nel Mediterraneo. Perduta la rotta, dopo sette ore di volo i caccia finirono sulla costa settentrionale siciliana dove tentarono un ammaraggio di fortuna.
Tre aerei andarono a fondo, il quarto arrivò sulla spiaggia e si capovolse. Dei nove tra piloti e mitraglieri due morirono, sette si salvarono e furono catturati. La foto dell'aereo rovesciato sulla spiaggia di Cefalù, ripescata in un cassetto della famiglia di Giuseppe Martino e pubblicata con altre in una pagina Facebook, ha indotto Luca Lazzara, pilota cefaludese di una grande compagnia aerea, a cercare e a rintracciare i familiari dei militari inglesi. Al suo appello ha risposto dalla Nuova Zelanda per prima Sally Taylor, figlia di uno dei piloti che intanto è scomparso.
Uno scambio di messaggi ha preparato, per iniziativa dell'amministrazione comunale e degli "Amici del cinema Di Francesca", una giornata del ricordo. I familiari dei piloti hanno così rivissuto dopo 78 anni una storia di guerra e di uomini che loro stessi ignoravano. Non è stata, ha detto il sindaco Rosario Lapunzina nell'incontro che si è svolto nella sala consiliare, una celebrazione. "La guerra - ha proclamato - non va celebrata ma, come dice la nostra Costituzione, va ripudiata. Vogliamo invece riflettere sul grande valore della pace, dell'amicizia, della fratellanza tra i popoli. Mai più guerra". In sala tanti si sono commossi. (ANSA)
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