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Palermo, al Policlinico nuove tecniche per combattere il linfedema: ecco le cure più avanzate

In città un congresso con i più importanti specialisti e le figure di riferimento

L’integrazione tra la flebologia (specializzazione medica riguardante la patologia del sistema venoso) e la linfologia (che si occupa delle patologie della linfa e della circolazione linfatica) come punto di partenza per affrontare il linfedema. La patologia, cronica e a carattere evolutivo, viene provocata da un cattivo funzionamento del sistema linfatico, che perde la capacità di smaltire correttamente i liquidi che andranno progressivamente ad accumularsi causando il caratteristico gonfiore agli arti e colpisce circa cinquantamila siciliani.

Il tema è stato approfondito dal congresso dal titolo "Flebolinfologia up-date 2.0 - Sostenibilità e innovazioni″, che riunirà fino a domani (7 aprile) i più importanti specialisti e le figure di riferimento per le cure conservative presso l’Ecomuseo del Mare, in via Messina Marine a Palermo. «È inguaribile - spiega il dottor Edmondo Palmeri, chirurgo vascolare ed esperto di nutrizione e salute e consigliere nazionale Sif (società italiana flebologia) - l’unità di Flebolinfologia dell’ospedale Policlinico di Palermo da alcuni anni sta portando avanti studi su questa malattia anche con terapie innovative».

Direttore dell’unità operativa del Policlinico di Flebologia il dottore Mario Bellisi, che con Palmeri presiede il congresso che rappresenta il decimo appuntamento sulle terapie innovative e il terzo simposio Sif del Sud Italia. «Il campanello d’allarme è il gonfiore - spiega Bellisi - un arto che tutto un tratto gonfia e non sgonfia più. Quando si sta molto in piedi o si affronta un lungo viaggio vediamo spuntare questo gonfiore, poi ci corichiamo e il giorno dopo non c’è più nulla. Il paziente con il linfedema, invece, vede che il piede rimane gonfio - sottolinea - e più passa il tempo più aumenta il gonfiore. Bisogna rivolgersi al medico di fiducia che saprà dove indirizzare. Al Policlinico sono tante le specialità che contribuiscono alla presa in carico del paziente - prosegue - come gli infettivologi, i chirurghi vascolari e i fisioterapisti».

Ad oggi solo le terapie conservative sono riconosciute: tra queste, presso la struttura ospedaliera di via del Vespro si mette in pratica una tecnica che utilizza «le cellule mononucleate - spiega Bellisi - che una volta infiltrate nei tessuti possono facilitare la nuova creazione di vasi linfatici. Parliamo di una delle terapie più avanzate e la si pratica da circa tre anni».

Al convegno anche il presidente fondatore del Sif, Giuseppe Genovese, che ha riconosciuto come «in Sicilia ci sia una grande attenzione a questa patologia da parte dei giovani medici - ha detto - sono stati sensibilizzati soprattutto alla ricerca. Gli esiti di un linfedema sono devastanti perché viene quello che noi chiamiamo "arto elefantiasico", cioè gonfio come una zampa di elefante».

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