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Anche gli enti no profit per le cure domiciliari in Sicilia: ecco le linee guida

Gaetana Rinaldi, direttore sanitario Samo Onlus Palermo: "Ogni paziente deve avere un setting di cura adatto"

Viene modificato il sistema delle cure domiciliari in Sicilia e anche i parametri e i riferimenti che in questo periodo di transizione potrebbero generare confusione. Da un sistema di gestione che faceva affidamento alle cooperative private si passa a una organizzazione che avrà il suo zoccolo duro negli enti no-profit.

Proprio per questo motivo, la Samo Onlus (Società per l'assistenza del malato oncologico) impegnata da oltre trent’anni nell’attività di cure domiciliari integrate, chiarisce le linee guida da seguire: «Sappiamo che in Sicilia ben 48 nuove società hanno richiesto l’accreditamento – afferma Gaetana Rinaldi, direttore sanitario Samo Onlus Palermo –. Con le nuove modalità dei pazienti sono stati spostati in un setting diverso, quello dell’Adi geriatrico, in cui esistono alte professionalità competenti nel proprio lavoro. Invece, le cure palliative nascono dopo la seconda guerra mondiale, quindi da allora noi ci impegniamo per diffondere tale cultura, che adesso ha dignità di medicina palliativa, per cui non si tratta soltanto dell’abbraccio o della pacca sulla spalla, ma di una vera e propria cura dei sintomi dei pazienti nella fase in cui le cure attive non funzionano più».

«Finora noi ci siamo occupati molto dei pazienti oncologici, da qualche anno trattiamo anche le patologie neurodegenerative, ma ciò che ci preoccupa in questo momento è che ad ogni paziente venga dato il setting di cura adatto – precisa ancora la dottoressa Rinaldi, in presenza anche della responsabile generale amministrativo della Samo Unlus, Maria Luisa Cutrera-. Purtroppo stiamo assistendo ad una serie di assegnazioni errate, anche se le cure palliative e quelle geriatriche sono materie contemplate nella legge 238 del 2010. Esiste anche una normativa recentissima della Regione Siciliana in cui si ribadisce che i pazienti devono essere presi in carico secondo quello che viene chiamato il simultaneous care. Ciò vuol dire che il paziente non deve essere per forza terminale, infatti, anche se riceve delle cure attive e può comunque essere assistito a domicilio dall’equipe composta da medici, infermieri, assistenti, fisioterapisti, Oss, psicologi. In questo modo si riduce notevolmente il costo di un paziente che altrimenti sarebbe ricoverato in ospedale. È necessario che il paziente torni ad essere il fulcro dell’assistenza, invece, spesso i lavoratori dei vari distretti dichiarano in maniera impropria che il paziente possa beneficiare delle cure palliative soltanto se è morente. Non è così, bisogna ripristinare la dignità della medicina palliativa».

«Credo che sia molto importante che Samo e Samot abbiano messo insieme la loro professionalità per occuparsi anche del geriatrico, però, è fondamentale fare una netta divisione tra i malati che meritano il geriatrico e coloro che meritano le cure palliative, questa è una problematica che va affrontata e risolta non soltanto perché ci sono le leggi che supportano questa problematica in termini di risoluzione, ma perché non bisogna mai dimenticare che al centro di tutto resta sempre il malato - sottolinea Luigi Zancla, presidente della Samo Onlus Palermo -. Forse in alcuni casi non c’è quella necessaria informazione, nonostante i medici di base siano fondamentali, quindi a loro va tributato un lavoro positivo. A volte, però, ci può essere un momento di confusione, per cui il nostro intervento è mirato a chiarire la situazione».

 

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