
Il presidente Schifani lascerà decantare per un po’ i problemi emersi nella maggioranza e resi evidenti dai franchi tiratori che hanno bocciato 3 articoli su 15 della manovra ter. Solo dopo la pausa estiva proverà a ricucire i rapporti fra gli alleati. Sapendo di poter mettere sul tavolo la manovra quater già in gestazione e varie poltrone di sottogoverno.
«Ritengo - ha detto ieri il presidente - che non siamo di fronte a un problema politico in senso stretto ma piuttosto a difficoltà nei rapporti interpersonali tra alcuni componenti della coalizione. È su questo piano che credo sia necessario intervenire con equilibrio e buon senso. Sarebbe un male per tutti rovinare un momento di crescita per ragioni soggettive e non di strategia politica».
Eppure ancora una volta ieri Schifani ha dovuto assistere ai durissimi botta e risposta fra la Dc di Cuffaro e Grande Sicilia di Raffaele Lombardo e Gianfranco Micciché. È evidente che l’asse creatosi nel governo fra Cuffaro e il leader leghista Luca Sammartino ha trovato un argine negli autonomisti, irritati per di più dal tacito consenso di Schifani al patto fra Carroccio e Scudocrociato che diventerà anche elettorale.
E così la segreteria dell’Mpa-Grande Sicilia ha risposto a Cuffaro che la accusava di aver agito contro il governo «in combutta con Pd e 5 Stelle con un ruolo da giochettista»: «L’unico “giocherellista” che la storia recente ricordi è stato chi, da ruoli apicali, ha portato la politica a confondersi troppo spesso con altri ambiti meno nobili».
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