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All'Ars la guerra sui fondi per il Turismo, gli enti: «Rinunciate a una quota di finanziamenti per le mance e create un bando»

A poche ore dal voto finale della Finanziaria il cartello di enti dello spettacolo esclusi nel corso di tutto il 2024 dai contribuiti a pioggia dell’Ars ha inviato una lettera a tutti i parlamentari

A poche ore dal voto finale della Finanziaria il cartello di enti dello spettacolo esclusi nel corso di tutto il 2024 dai contribuiti a pioggia dell’Ars rivolge un appello a ogni deputato. Rinunciare a una quota di finanziamenti destinati alle mance e destinarla a un bando per permettere a tutti di accedere a fondi indispensabili per la sopravvivenza di teatri e compagnie.  È un appello disperato, quello degli Stati Generali dello Spettacolo (103 sigle firmatarie), che nasce dalla notizia diffusa nei giorni scorsi secondo cui c’è un budget di 80 milioni che l’Ars sta per utilizzare di nuovo come contributi a pioggia. «Ne segue – è l’incipit della lettera appena inviata a ogni parlamentare - che ciascun deputato di maggioranza potrà disporre di 1 milione di euro mentre ogni rappresentante delle opposizioni potrà contare su 700 mila euro».

Eppure – ricordano gli Stati Generali dello Spettacolo - nei giorni scorsi si erano moltiplicati gli appelli alla trasparenza e per evitare i contributi a pioggia. Da qui l’appello: «Le chiediamo - scrivono a ogni deputato - un segnale di evidenza e concretezza, devolvendo una piccola parte (fra 50 e 100 mila euro) del fondo nella sua disponibilità per incrementare il capitolo del bilancio regionale 473742 relativo al Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo (FURS), strumento legislativo di evidenza pubblica a cui possono partecipare tutti con regole chiare. Il Furs a oggi sostiene oltre 240 organismi, che rispondono ai requisiti di merito, sana attività e produzione».

Le parole rivolte ai deputati suonano anche come un monito a non esagerare, a non restare indifferenti rispetto a quanto sta maturando nell’opinione pubblica sul modus operandi dell’Ars e del governo: «Destinare al Furs 50 o 100 mila ero comunque inciderebbe per non più del 10% sull’eventuale fondo a sua disposizione – è il passaggio centrale della lettera inviata a ogni deputato - e avrebbe una ricaduta e un significato straordinari, non solo di sostegno alla cultura dell’intera regione ma anche di attenzione verso ogni Comune e territorio e a tutti gli operatori culturali, sociali e economici che vi operano».

Restare indifferenti a questo appello avrebbe come conseguenza, per gli Stati Generali dello Spettacolo, «il fallimento e la chiusura delle nostre realtà, di fronte a un dilagante e inevitabile fenomeno di sleale concorrenza da parte di organismi altrimenti privilegiati da norme ad personam». In questo clima l’Ars, fra poche ore, si appresta al rush finale che porterà al varo della Finanziaria. Dopo le liti dei giorni scorsi, l’accordo fra governo e Parlamento va trovato proprio sul maxi emendamento che conterrà le proposte dei deputati per finanziare attività nei propri collegi elettorali. Ma prima c’è da votare anche l’articolo (contestatissimo) che assegnerebbe all’assessorato al Turismo e Spettacolo, guidato dalla meloniana Elvira Amata 3 milioni per finanziare in modo discrezionale eventi artistici di grande richiamo.

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