La Rap, sulla carta, non dovrebbe avere problemi di liquidità in questo momento. Ma il diavolo, com'è noto, si annida nei dettagli. Un maligno emendamento alla delibera sul riconoscimento del debito fuori bilancio da 19 milioni in suo favore, approvato dal Consiglio comunale di Palermo, obbliga gli uffici del Comune a decurtare la cifra del 5 per cento. Significa che salta via circa un milione che rischia di diventare una perdita di bilancio per l'azienda di igiene ambientale. Che, ovviamente, non ci sta. Tutti i documenti contabili avevano riconosciuto la cifra tonda. «Le fatture sono già emesse, certificate, accettate e rendicontate», spiega Giuseppe Todaro, presidente di Rap, il cui umore in mattinata era nero appena appreso delle difficoltà emerse. Ma la sua tensione era alle stelle: «Non sono disposto ad accettare un euro meno».
Il punto è che senza quel trasferimento di danaro la società partecipata precipita in un mare di guai. Venerdì scorso, non appena Sala Martorana si era espressa sui debiti fuori bilancio (peraltro coi consiglieri di maggioranza che scappavano per sottrarsi a qualsiasi responsabilità e lasciando a votare solo 11 colleghi del centrodestra grazie all’opposizione che ha tenuto il numero legale dell’aula) la presidenza aveva dato il via libera al pagamento delle tredicesime. Nessuno poteva immaginare questo clamoroso intoppo. Resta, però, da liquidare gli stipendi, i fornitori, le manutenzioni, le bollette e tutto quanto rappresenta carburante di un’azienda complessa e difficile come Rap. Fino a ora le cose sono andate avanti sulla parola. Ma sotto Natale bisognerà sganciare i soldi a chi legittimamente li aspetta: soprattutto aziende che a loro volta devono pagare dipendenti, tredicesime, tasse, muti e via dicendo.
La questione pare ruoti attorno al «tipo» di riconoscimento del debito utilizzato. Nel caso specifico, una sentenza della Corte dei Conti prescrive che bisogna decurtare del 5 per cento il valore del debito: sarebbe la quota del cosiddetto utile di impresa. Il Consiglio ha approvato l’emendamento che conteneva la previsione su proposta del segretario generale, Raimondo Liotta. Ed è stato per questo che la capo area delle politiche ambientali, all’atto di predisporre l’atto di liquidazione ha applicato la regola. Che , però, ha provocato il mal di mare a molti. Ieri è stata una giornata di lunghe riunioni per cercare di venire a capo della situazione. Non sfugge a nessuno che un ritardo di questo pagamento è una bomba a orologeria, sotto Natale. Il direttore generale, Eugenio Ceglia, ieri ha fatto scattare l’allarme rosso. Todaro, da parte sua, sembra non essersi smosso di un centimetro. L’unica concessione è di riconoscere al Comune del 5% degli eventuali prossimi utili dell’azienda sino alla concorrenza della cifra. Ma sarà una proposta risolutiva?
Giulio Tantillo, presidente del Consiglio comunale che ha approvato il provvedimento cade dalle nuvole: «Noi decidiamo su atti che hanno un controllo di legittimità - spiega -. Siamo pronti ad andare in aiuto alla Rap. Ma deve arrivare un provvedimento correttivo evidentemente. Perché deve essere chiaro che noi non abbiamo sbagliato».
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